LONDRA (awp/ats/ans) - I super ricchi del Regno Unito stanno diminuendo, segno che il "boom miliardario britannico è giunto al termine". È quanto emerge dall'edizione 2024 della classifica del Sunday Times sui 350 Paperoni dell'isola, sebbene i loro patrimoni combinati ammontino a più di 795 miliardi di sterline (909 miliardi di franchi), cioè più del prodotto interno lordo della Svizzera.

"Molti dei nostri imprenditori locali hanno visto le loro fortune ridursi e alcuni dei super ricchi globali che sono venuti qui se ne stanno andando", sottolinea il curatore della lista, Robert Watts. In effetti è emerso il più grande calo di miliardari nella storia della guida: da un picco di 177 nel 2022 ai 165 di quest'anno.

Il primo posto della graduatoria è ancora occupato dal magnate britannico di origine indiana Gopi Hinduja, con un patrimonio salito a 37 miliardi di sterline ma in solitario, in quanto l'anno scorso era scomparso, a 87 anni, il fratello Sri, col quale condivideva un impero economico-finanziario intercontinentale. Al secondo rango sale dal terzo sir Len Blavatnik con quasi 30 miliardi, magnate dei due mondi d'origini sovietiche alquanto lontane, seguito dai fratelli David e Simon Reuben, finanzieri londinesi di radici familiari indo-iracheno-ebraiche con 25 miliardi, che guadagnano una posizione, mentre al quarto (dal secondo che occupava) c'è Sir Jim Ratcliffe, patron del colosso chimico farmaceutico Ineos, e al quinto sir James Dyson, re degli elettrodomestici.

Per quanto riguarda i politici c'è da segnalare la ripresa rispetto all'edizione dell'anno scorso del premier conservatore Rishi Sunak e della moglie Akshata Murty, ereditiera miliardaria, businesswoman e figlia di uno dei magnati più ricchi dell'India: hanno scalato la classifica, passando dalla posizione 275 alla 245 dopo aver guadagnato 122 milioni di sterline, raggiungendo una fortuna di 651 milioni, mentre nel 2023 risultava un calo di 200 milioni.

Come sottolineano i media del Regno, la fortuna economica del primo ministro Tory è migliore di quella politica, a fronte dei sondaggi disastrosi in vista delle elezioni cruciali per il rinnovo del Parlamento di Westminster in calendario entro la fine dell'anno.