La corte d'appello di Hong Kong ha accolto mercoledì la richiesta del Governo di vietare l'inno di protesta "Glory to Hong Kong", ribaltando la sentenza di una corte di grado inferiore che lo scorso anno aveva respinto l'offerta del Governo, citando problemi di libertà di parola.

La sentenza giunge nel contesto di quella che, secondo i critici, è un'erosione dello Stato di diritto e dei diritti individuali di Hong Kong, a causa di un'ampia repressione della sicurezza nazionale da parte dei leader del Partito Comunista Cinese.

Il caso ha implicazioni per le libertà di Internet e per le attività delle aziende, compresi i fornitori di servizi Internet e le aziende tecnologiche come Google.