MILANO (Reuters) - La Commissione europea ha alzato la propria stima sulla crescita italiana per quest'anno limandola invece nel 2025 e prevede un ulteriore raffreddamento dell'inflazione quest'anno e il prossimo.

E' quanto emerge dalle stime di primavera diffuse in mattinata in cui Bruxelles mette nero su bianco che però deficit e debito in rapporto al Pil sono visti in aumento.

L'esecutivo Ue ipotizza una crescita per quest'anno a 0,9% rispetto a 0,7% preventivato in febbraio, e a 1,1% per il 2025 da 1,2%.

In calo, grazie alla diminuzione del costo dell'energia, le stime sulla dinamica dei prezzi al consumo che sia quest'anno che il prossimo dovrebbero restare al di sotto del target Bce del 2%, rispettivamente a 1,6% e a 1,9%. L'Italia si conferma uno dei Paesi del blocco in cui i prezzi al consumo restano più contenuti.

Il confronto è con le previsioni di febbraio quando la Commissione ipotizzava prezzi al consumo rispettivamente a 2,0% e a 2,3%.

Il tasto dolente però è rappresentato dai conti pubblici: Bruxelles prevede che quest'anno il deficit si attesti al 4,4% per poi salire il prossimo a 4,7%, ben oltre la soglia del 3% prevista delle nuove regole di bilancio Ue.

Il governo italiano dà per scontata l'apertura di una procedura Ue per deficit eccessivo.

"Tassi di interesse più elevati sui titoli di Stato di nuova emissione dovrebbero far salire le spese per interessi al 4,0% del Pil", scrive la Commissione.

Peggio dell'Italia solo la Francia con un deficit stimato a 5,3% quest'anno, in calo a 5,0% il prossimo.

A peggiorare il quadro, il debito è visto a 138,6% del Pil quest'anno e a 141,7% il prossimo, confermandosi quindi il secondo maggiore in rapporto al Pil nella zona euro dopo la Grecia.

Si tratta di numeri peggiori rispetto a quelli del governo che nel Def presentato il mese scorso ha indicato per il 2026 un debito/Pil al di sotto del 140% e un deficit/Pil in linea con la soglia Ue del 3%. Tuttavia va detto che le stime della Commissione, a differenza di quelle dell'esecutivo, sono a politiche invariate, assumono cioè che il governo proroghi a deficit tutta una serie di interventi finanziati fino alla fine di quest'anno.

La Commissione parla di un incremento di incertezza e rischi al ribasso per la crescita derivati soprattutto dai conflitti in Ucraina e in Medioriente.

"Il calo dell'inflazione potrebbe rivelarsi più lento del previsto con la possibilità che le banche centrali possano rinviare i tagli dei tassi", scrive la Commissione.

"Alcuni Paesi potrebbero adottare ulteriori misure di consolidamento nei bilanci per il 2025, non contabilizzati in queste previsioni che potrebbero avere un impatto sull crescita economica il prossimo anno", avverte ancora Bruxelles.

(Sara Rossi, editing Andrea Mandalà)