La crescita salariale australiana ha inaspettatamente rallentato dai massimi di 15 anni nel primo trimestre, secondo i dati mostrati mercoledì, segnando probabilmente il picco per questo ciclo e un altro segno che il mercato del lavoro sta finalmente iniziando ad allentarsi.

In particolare, il calo dovrebbe placare le preoccupazioni di lunga data su una potenziale spirale prezzi-salari e diminuire la pressione per un ulteriore aumento dei tassi da parte della Reserve Bank of Australia (RBA).

"Con la diminuzione dei posti di lavoro vacanti e l'allentamento del mercato del lavoro, pensiamo che i datori di lavoro concederanno aumenti salariali più contenuti nei prossimi mesi", ha dichiarato Marcel Thieliant, responsabile dell'area economica Asia-Pacifico di Capital economics.

"Di conseguenza, i dati di oggi garantiranno che la RBA non aumenti ulteriormente i tassi di interesse, ma ci aspettiamo che la banca attenda il primo trimestre del prossimo anno prima di allentare la politica".

I dati dell'Australian Bureau of Statistics di mercoledì hanno mostrato che l'indice dei prezzi salariali è aumentato dello 0,8% nel trimestre di marzo, mancando le previsioni del mercato per un aumento dello 0,9%. Si è trattato dell'aumento più contenuto dalla fine del 2022.

La crescita annuale delle retribuzioni è scesa al 4,1%, dal 4,2%, sempre al di sotto delle aspettative. In particolare, anche la crescita del settore privato è scesa al 4,1%, il primo calo dal terzo trimestre del 2020.

I salari nel settore pubblico sono aumentati di un modesto 0,5% nel trimestre, facendo scendere la crescita annuale al 3,8% dal 4,3%.

L'aumento complessivo dei salari annuali è stato comunque sufficiente a portarlo al di sopra dell'inflazione del 3,6%, un gradito ritorno alla crescita dei salari reali dopo anni di risultati negativi.

I redditi riceveranno un'ulteriore spinta da un importante ciclo di tagli fiscali che inizierà a luglio, mentre il governo laburista ha annunciato nuovi sconti sui costi dell'energia e dell'affitto nel suo bilancio annuale di martedì.

Gli sconti avranno l'effetto meccanico di far scendere temporaneamente l'inflazione complessiva, ma potrebbero anche aumentare la capacità di spesa e quindi la domanda.

"L'impulso fiscale positivo alla crescita sarà probabilmente visto come non utile per raffreddare l'economia al margine", ha detto Andrew Boak, economista di Goldman Sachs.

"Tuttavia, non ci aspettiamo che la banca centrale sia troppo preoccupata che le nuove iniziative sul 'costo della vita' alimentino un'impennata della domanda nell'attuale contesto di tendenze estremamente deboli della fiducia dei consumatori e del consumo pro capite".

Ritiene ancora che la RBA inizierà a tagliare i tassi a novembre, anche se osserva che il rischio è che l'allentamento venga ritardato fino all'anno prossimo, dato che l'inflazione dei servizi si sta dimostrando molto rigida.

I mercati implicano poche possibilità di un taglio dei tassi fino ad aprile 2025, con un rischio dell'8% circa di un ulteriore rialzo nel corso dell'anno. (Servizio a cura di Wayne Cole; modifica di Himani Sarkar e Jacqueline Wong)