Per noi di MarketScreener è l'occasione per dare una rapida occhiata alla valutazione di questo settore, che negli ultimi dieci anni è stato ampiamente trascurato dagli investitori, ma che di recente ha registrato una sorta di rinascita.

Innanzitutto, notiamo che le sette più grandi major europee sono ancora valutate a netto sconto rispetto alle loro colleghe americane: in media, nove volte gli utili attesi nel 2024 per le prime, contro dodici volte gli utili attesi quest'anno per le seconde.

Le due major europee meglio valutate sono, nell'ordine, la portoghese Galp — grazie alle notizie sensazionali in Namibia — e la norvegese Equinor, che concentra gli asset che gestisce nella giurisdizione più sicura del mondo.

Seguono Total, Shell e BP, con un leggero premio di valutazione per la società francese, in parte perché la percentuale di petrolio nella sua produzione totale (60%) è superiore a quella di Shell e BP, dove la percentuale di gas naturale è maggiore.

In Nord America, l’azienda più valutata rimane Canadian Natural Resources, che gestisce anche un portafoglio di attività concentrate in Alberta — inclusi i ricchi giacimenti di sabbie bituminose — e dispone di diversi decenni di riserve provate nel sottosuolo.

Relativamente a pari merito, seguono le tre major americane, ConocoPhillips, Exxon e Chevron, con la prima, più piccola ma con la più alta percentuale di petrolio nel suo mix produttivo, che gode di un leggero premio di valutazione.

Dietro di loro, le aziende canadesi Cenovus, Imperial e Suncor rimangono in fondo al gruppo, nonostante un contesto molto favorevole per il petrolio pesante che producono. L'oleodotto TransMountain entrerà in funzione nelle prossime settimane, aprendo nuovi sbocchi all'esportazione e riducendo il differenziale di prezzo tra WCS e WTI.

È da notare che le major europee sono molto più indebitate delle loro controparti nordamericane e che la produzione di gas naturale nei loro portafogli commerciali è doppia: in media il 45%, rispetto al 21% dell'altra sponda dell'Atlantico. È forse questo che giustifica parte dello sconto.

Sulla carta, la major dell’energia meglio valutata al mondo rimane Saudi Aramco. E per continuare a citare dati impressionanti, vale la pena sottolineare che la sola compagnia petrolifera nazionale saudita — spesso presentata come la cassa privata della famiglia reale — produce tanti barili al giorno quanti quelli delle prime sette major europee.

(Fonte: Morgan Stanley, RBC)