BASILEA (awp/ats) - Vendite e profitti in calo nei primi tre mesi per Syngenta, colosso agrochimico (svizzero, ma in mani cinesi) specializzato soprattutto in sementi e prodotti fitosanitari.

I ricavi si sono attestati a 7,4 miliardi di dollari (6,8 miliardi di franchi), il 20% in meno dello stesso periodo del 2023 (-18% in valute locali), emerge da un comunicato diffuso oggi dal gruppo. Il risultato operativo complessivo Ebitda (cioè prima di interessi, imposte, svalutazioni e ammortamenti) è sceso del 34% a 1,2 miliardi di dollari, una contrazione che si riduce però al 26% al netto dell'influsso dei cambi.

Visto il calo dei volumi di vendita e il livello dei prezzi più basso Syngenta intende continuare a "concentrarsi sulle misure per migliorare l'efficienza e la produttività", si legge nella nota. Al riguardo l'impresa non menziona però provvedimenti specifici.

Syngenta è nata nel 2000 dalla fusione delle divisioni agrochimiche dei giganti farmaceutici AstraZeneca e Novartis, unendo attività con radici che risalgono a 250 anni or sono. Un tempo quotata alla borsa svizzera, l'impresa è stata rilevata nel 2017 dal gigante cinese ChemChina per 43 miliardi di dollari.

Oggi il gruppo, che ha circa 60'000 dipendenti in oltre 100 nazioni, è registrato in Cina e ha sede amministrativa a Basilea. Il conglomerato è composto da quattro unità: Syngenta Crop Protection (sede in Svizzera), Syngenta Seeds (Usa), Adama (Israele) e Syngenta Group China (Cina). Da tempo i dirigenti parlano di un nuovo sbarco in borsa, questa volta a Shanghai: agli annunci finora succedutisi non sono però seguiti passi concreti.