A livello macro riflettori puntati sui Pmi manifatturiero di gennaio per Francia, Germania, zona euro e Regno Unito. Domani la riunione della Bce.

Intorno alle 10,30 il Ftse Mib guadagna lo 0,30%.

Ben raccolte la banche al traino, in particolare di Mps che balza del 2,3% con il mercato che scommette su un ritorno alla cedola già a partire dai risultati 2023 anche se simbolica. Sugli scudi anche Banco Bpm (+1,3%). Fra le big UniCredit sale dello 0,8%.

In recupero le utility colpite dalla lettera di recente a causa del calo dei consumi elettrici. La migliore è Hera con un balzo dell'1,8% in attesa della presentazione del piano strategico oggi pomeriggio.

Resta debole Stellantis in flessione dello 0,7% dopo che Hsbc ha tagliato la raccomandazione a "Hold" da "Buy" riducendo il target price a 22 euro da 24 euro.

Tiene il settore oil: Saipem segna un rialzo dello 0,85%, piatta Eni.

Venduta Tim (-1,3%) penalizzata dalla decisione di Vivendi, primo azionista di Tim, di chiedere alla Commissione europea di esaminare il ruolo svolto dal Tesoro nel progetto di vendita della rete fissa, secondo una lettera visionata da Reuters. Secondo Equita è "da monitorare se questo elemento rischia di allungare i tempi dell'analisi e quindi del closing dell'operazione".

In deciso calo Stm (-1%) con i trader che citano l'annuncio di Texas Instruments di vedere ricavi e profitti del primo trimestre dell'anno sotto le attese del mercato. Quindi notizia negativa per i produttori di chip come Stm.

Infine, fuori dal paniere strappa Olidata, in rialzo del 5% dopo l'aggiornamento del piano industriale esteso al 2026, che prevede anche la crescita attraverso M&A.

(Giancarlo Navach, editing Andrea Mandalà)