PECHINO (awp/ats/ans) - L'attività manifatturiera in Cina si è fortemente contratta a dicembre per il terzo mese consecutivo, nonostante la revoca delle restrizioni sanitarie contro il Covid-19 che hanno fortemente penalizzato l'economia, secondo i dati ufficiali pubblicati oggi.

Il 7 dicembre la Cina ha revocato la maggior parte delle sue misure contro il coronavirus, che dal 2020 avevano consentito alla sua popolazione di essere ampiamente protetta dal virus. Questa politica draconiana nota come 'zero Covid', che ha ampiamente isolato i paesi nel resto del mondo, ha inferto un duro colpo alla seconda economia più grande del mondo. Nonostante la fine delle restrizioni, l'attività ora stenta a ripartire a causa dell'esplosione del numero di malati.

A dicembre il purchasing managers index (pmi), un riflesso della salute del mondo industriale, si è attestato a 47 punti contro i 48 del mese precedente, ha annunciato l'Ufficio nazionale di statistica cinese. Un numero inferiore a 50 indica una flessione dell'attività. L'indice non è in territorio positivo da settembre. Da parte sua, anche il Pmi non manifatturiero, che include il settore dei servizi e delle costruzioni, si è contratto maggiormente questo mese, a 41,6 punti, contro i 46,7 di novembre.

Il governo di Pechino ha fissato un obiettivo di crescita di circa il 5,5% quest'anno, dopo l'8,1% nel 2021. Ma molti economisti ora lo considerano irrealistico. La Cina rivelerà la performance del suo prodotto interno lordo (pil) per il 2022 a gennaio.