Va detto che l'Europa non è all'altezza del mucchio di ostacoli che deve affrontare. E su questo terreno fangoso, non può contare sul suo mediano di mischia, la Germania. L'economia leader dell'Eurozona probabilmente soffrirà più dei suoi vicini, schiacciata, tra l'altro, da esportazioni deboli e da una flessione del settore industriale, che fanno parte del suo abituale "pacchetto di crescita".

Per quanto riguarda il resto del continente, conoscete già la canzone (o l'inno). Oltre all'inflazione sull'energia e sui beni di consumo, all'aumento dei tassi d'interesse e all'esplosione della guerra in Ucraina, l'Europa conclude un'estate segnata da siccità da un lato e inondazioni catastrofiche dall'altro. Se i governi erano già abbastanza indaffarati per tentare di rimettere in piedi le loro economie vacillanti, eccoli di nuovo alle prese con le loro linee dei 22 metri. Ed ecco ultimo affronto: la decisione dell'Arabia Saudita di tagliare la produzione di greggio, facendo salire i prezzi della benzina oltre i pali della porta.

La squadra riuscirà a rifarsi nel terzo tempo? Tra le buone notizie, osserviamo la ripresa di alcuni giocatori di secondo livello: Francia e Spagna dovrebbero fare meglio del previsto quest'anno, con una crescita rivista al rialzo (all'1 e al 2,2%). E contiamo sul sostegno delle ali (consumi delle famiglie e occupazione) per evitare di finire in panchina o direttamente nello spogliatoio.

Disegno di Amandine Victor