Uno sguardo alla giornata in corso sui mercati asiatici.

I mercati asiatici dovrebbero aprire di buon umore mercoledì, grazie al calo dei rendimenti obbligazionari statunitensi e all'indebolimento del dollaro, che riflettono le aspettative di un taglio dei tassi di interesse da parte della Fed già a settembre, ma l'apparente serenità potrebbe essere infranta in un attimo.

Il punto di infiammabilità più ovvio è il rapporto sull'inflazione statunitense di aprile, dopo la chiusura dell'Asia, mercoledì: i dati più forti del previsto costringeranno gli investitori a ripensare alle prospettive della Fed, alzando il dollaro e i rendimenti e pesando sulla propensione al rischio.

Il rapporto sull'inflazione dei prezzi alla produzione negli Stati Uniti di martedì è stato, per citare lo stesso presidente della Fed Jerome Powell, "misto": la crescita dei prezzi ad aprile è stata più forte del previsto, ma i dati precedenti sono stati rivisti al ribasso.

Tuttavia, gli investitori hanno mantenuto un atteggiamento da 'bicchiere mezzo pieno': le azioni sono aumentate, il dollaro, i rendimenti e la volatilità sono scesi e l'appetito per gli asset rischiosi è aumentato.

Non c'è nulla di immediatamente evidente nel calendario economico asiatico che possa scuotere la barca mercoledì - i dati australiani sulla crescita dei salari, la fiducia dei consumatori thailandesi e i dati commerciali indonesiani sono i principali indicatori in programma.

Il calendario societario potrebbe generare un po' più di attività di trading nei singoli titoli, soprattutto in Giappone, dove i giganti finanziari Mitsubishi UFJ, Mizuho e Sumitomo dovranno tutti riferire gli utili dell'intero anno 2024.

I mercati in Cina, nel frattempo, potrebbero non reagire in modo positivo alle nuove tariffe su 18 miliardi di dollari di importazioni cinesi confermate dall'amministrazione Biden martedì.

Il Ministero del Commercio cinese ha dichiarato che la mossa "inciderà seriamente sull'atmosfera della cooperazione bilaterale" e il Ministro dell'Economia italiano Giancarlo Giorgetti ha detto che il G7 discuterà del rischio di frammentazione del commercio globale la prossima settimana.

La Cina risponderà quasi certamente in modo analogo, resta solo da vedere con quanta forza.

"Data l'alta posta in gioco, questo round di tariffe potrebbe aumentare le tensioni commerciali tra i due Paesi in un modo da cui è difficile tirarsi indietro", ha dichiarato Eswar Prasad, professore di politica commerciale presso la Cornell University ed ex capo dipartimento Cina del FMI.

Le azioni cinesi si sono stabilizzate questa settimana dopo i guadagni contrastanti, nella migliore delle ipotesi, di Alibaba e Tencent, e la pressione di vendita sullo yuan sta aumentando di nuovo - il tasso giornaliero di fissaggio dollaro/yuan è salito cinque giorni sugli ultimi sei.

Il dollaro sta anche guadagnando terreno sullo yen giapponese, anche se i rendimenti delle obbligazioni giapponesi a 10 anni stanno marciando verso il livello più alto da novembre, mentre i rendimenti statunitensi scivolano. La fragilità dello yen è destinata a mettere i trader in allerta per gli interventi.

Ecco gli sviluppi chiave che potrebbero fornire una maggiore direzione ai mercati mercoledì:

- Crescita dei salari in Australia (Q1)

- Commercio in Indonesia (aprile)

- Guadagni finanziari giapponesi