BUENOS AIRES (awp/ats/ans) - Un tribunale degli Stati Uniti ha respinto la richiesta dello Stato argentino di prorogare la scadenza per depositare una garanzia di 16 miliardi di dollari nel quadro della causa contro l'espropriazione della compagnia petrolifera Ypf avvenuta nel 2012.

Il nuovo governo di Javier Milei ha tempo adesso fino al 10 gennaio per effettuare il deposito di garanzia. In caso contrario la giustizia Usa avvierà procedure di embargo su attivi argentini per l'equivalente della somma richiesta.

I rappresentanti legali dell'Argentina avevano chiesto un rinvio della scadenza adducendo la necessità di disporre del tempo necessario per poter analizzare la causa dopo il cambio di governo.

La giudice Loretta Preska, dopo aver condannato in primo grado il paese sudamericano al maggior risarcimento mai decretato contro uno Stato negli Usa, si è dimostrata tuttavia inflessibile anche sulla proroga. "Se questa causa è così critica come si afferma, il nuovo governo avrebbe dovuto prestare attenzione immediatamente alla questione", ha scritto Preska nella sentenza.

La stessa Preska a settembre aveva accolto pienamente la richiesta della parte lesa composta dallo studio legale Burford Capital, a cui spetterebbero in questo modo 14,3 miliardi, e dal fondo Eton Park, a cui andrebbero 1,7 miliardi. All'epoca della statalizzazione di Ypf, Eton Park era azionista di minoranza di Ypf, mentre lo studio Burford ha acquisito i diritti di contenzioso dal gruppo Petersen nel 2015.

La giudice statunitense ha d'altra parte affermato l'estraneità della compagnia nella vicenda precisando che l'obbligo di risarcimento riguarda solo lo Stato. In questo modo un eventuale embargo riguarderebbe solo il 51% delle azioni di Ypf in mano attualmente allo Stato.

La sentenza arriva nel contesto di una complessa situazione macroeconomica del Paese e nel quadro di un drastico processo di aggiustamento fiscale avviato dal governo ultraliberista di Milei.