Lo riferisce una fonte vicina al dossier.

I colloqui, che verranno svelati più avanti nel corso della giornata nell'ambito di un piano di rinnovamento della strategia, fanno seguito alla perdita di 372 milioni di euro che Thyssenkrupp Steel Europe -- il più grande produttore tedesco di acciaio -- ha registrato nella prima metà dell'anno fiscale.

L'aggiornamento dovrebbe accelerare lo smantellamento di Thyssenkrupp, un processo iniziato l'anno scorso in cui il gruppo ha inserito in sostanza la maggior parte delle sue divisioni, tra cui componenti auto, navi da guerra e costruzione di impianti sul blocco.

Intorno alle 11, il titolo del gruppo -- che ha perso quasi i due terzi del suo valore negli ultimi 12 mesi dopo una serie di profit warning e il calo della fiducia degli investitori -- avanza del 3,9%.

Sin dal cambio di strategia di un anno fa, che ha visto Thyssenkrupp abbandonare i piani di joint venture con India Tata Steel a favore di una vendita della sua divisione più redditizia, quella degli ascensori, il gruppo ha continuato a sostenere i pregi di un potenziale consolidamento del siderurgico.

Alcune fonti hanno riferito a Reuters che i contatti tra Thyssenkrupp e Tata Steel non si sono mai interrotti e che entrambi i gruppi sono ancora in trattativa per il consolidamento.

Sul quotidiano economico Handelsblatt si legge che Thyssenkrupp è anche in trattativa con la svedese SSAB e il cinese Baoshan Iron & Steel (Baosteel), e che entrambi sono interessati alla maggior parte dell'unità siderurgica della società tedesca.

Non è stato possibile avere un commento da Thyssenkrupp e Baosteel né da SSAB, il cui titolo avanza del 6,23%. No comment da Tata Steel Europe.

Il consiglio di sorveglianza di Thyssenkrupp, in un vertice in agenda oggi, dovrebbe anche discutere la vendita di Plant Technology, la divisione dedicata alla costruzione di impianti chimici, fertilizzanti e altri impianti industriali.

Le offerte indicative sono state presentate il mese scorso ma erano basate su un business model antecedente alla diffusione della pandemia da coronavirus che ha effettivamente messo in pausa il processo, secondo quanto riferito da una seconda fonte.

"Questo andrà avanti solo se l'impatto del coronavirus sarà chiaro e gli offerenti saranno in grado di ricalcolare i loro prezzi richiesti", ha detto la fonte, aggiungendo che sarebbero coinvolte anche la danese FLSmidth, l'italiana Maire Tecnimont e la statunitense Fluor.