ZURIGO (awp/ats) - Attività in frenata Barry Callebaut, società zurighese numero uno al mondo nella produzione di cioccolato: nei primi nove mesi dell'esercizio 2022/2023 (periodo settembre-maggio, nella contabilità aziendale) l'impresa ha visto il volume delle vendite scendere (su base annua) del 2,7% a 1,7 milioni di tonnellate

In un comunicato odierno la ditta spiega la flessione con una domanda ridotta dei clienti, sulla scia dell'aumento dell'inflazione. Tutte le regioni hanno mostrato un calo, ma in Europa, Medio Oriente e Africa, nonché nella Americhe è stata osservata una stabilizzazione nel terzo trimestre. Diversa la situazione in Asia, dove i volumi - spiega la società - hanno sofferto per la cosiddetta "shrinkflation", la strategia che consiste nel ridurre le dimensioni degli articoli di vendita mantenendo stabili i prezzi o addirittura adeguandoli al rincaro.

Nel periodo considerato il fatturato è invece salito del 3,6%, raggiungendo i 6,3 miliardi di franchi (+8,1% in valute locali). Stando ai vertici comunque questi dati sono meno indicativi riguardo alla performance aziendale, perché Barry Callebaut opera con un cosiddetto modello di cost-plus pricing: l'azienda può sempre trasferire sui clienti l'aumento dei costi, ad esempio delle materie prime come il cacao.

Per l'intero esercizio i dirigenti rimangono comunque sostanzialmente fiduciosi. "In un contesto di mercato difficile, continuiamo a puntare a una crescita moderata dei volumi", afferma il Ceo Peter Feld, in carica da inizio aprile, citato nel comunicato. Il gruppo intende presentare un aggiornamento completo della sua strategia il prossimo primo novembre, in occasione della pubblicazione dei dati annuali.

Le novità odierne non sono state accolte bene dagli analisti. "Barry Callebaut ha difficoltà a raggiungere i sui abituali tassi di crescita", constata un analista di Zücher Kantonalbank, la banca cantonale di Zurigo. La borsa si è quindi trovata a storcere il naso: l'azione ha aperto in flessione di quasi il 2%, ma nelle ore successive si è stabilizzata su una perdita di circa mezzo punto percentuale, in un contesto generale poco mosso. Dall'inizio del 2023 il valore ha lasciato sul terreno il 7% e sull'arco di un anno la contrazione è del 17%.

Barry Callebaut è nata nel 1996 dalla fusione fra la società belga Callebaut e l'impresa francese Cacao Barry, ma si ritiene figlia di una tradizione che ha più di 175 anni. Dal 1998 è quotata alla borsa svizzera. Oggi dispone di oltre 65 stabilimenti in decine di paesi e impiega più di 13'000 persone. L'azienda rifornisce l'intero settore alimentare, dai produttori globali e locali agli artigiani e professionisti quali cioccolatieri, pasticceri, fornai, hotel, ristoranti o ditte di catering. Barry Callebaut è cioè una tipica azienda B2B (business-to-business, cioè un fornitore di altre imprese, non direttamente dei consumatori).