BASILEA (awp/ats) - Vendite e profitti in calo nei primi nove mesi per Syngenta, colosso agrochimico (svizzero, ma in mani cinesi) specializzato soprattutto in sementi e prodotti fitosanitari: la dirigenza fa comunque notare che il confronto viene stilato con un 2022 che era stato da record.

I ricavi si sono attestati a 24,3 miliardi di dollari (21,9 miliardi di franchi), il 6% in meno dello stesso periodo del 2022 (-3% in valute locali), emerge da un comunicato diffuso oggi dal gruppo, che comprende l'elvetica Syngenta, l'israeliana Adama e le attività agricole della cinese SinoChem. Il risultato operativo complessivo Ebitda (cioè prima di interessi, imposte, svalutazioni e ammortamenti) è sceso del 22% a 4 miliardi di dollari, con una contrazione che si riduce però al 20% al netto dell'influsso dei cambi.

Syngenta è nata nel 2000 dalla fusione delle divisioni agrochimiche dei giganti farmaceutici AstraZeneca e Novartis, ma afferma di avere radici che risalgono nel tempo per 250 anni. Ha sede a Basilea e 59'000 dipendenti attivi in oltre 100 nazioni. Un tempo quotata alla borsa svizzera, l'impresa è stata rilevata nel 2017 dal gigante cinese ChemChina per 43 miliardi di dollari. Due anni prima la società renana aveva respinto un tentativo di acquisizione da parte dell'americana Monsanto, che è stata in seguito inghiottita dalla tedesca Bayer. Syngenta punta ormai da tempo a un nuovo sbarco in borsa, questa volta a Shanghai: agli annunci finora succedutisi non sono però seguiti passi concreti.