I tagli di posti di lavoro pianificati in Gran Bretagna dall'indiana Tata Steel sono "l'opzione meno peggiore", e l'azienda continuerà a tenere colloqui con i sindacati e spera di raggiungere una conclusione nei prossimi due mesi, ha dichiarato l'amministratore delegato T V Narendran.

L'azienda siderurgica chiuderà i suoi due altiforni in Gran Bretagna entro la fine di quest'anno, eliminando fino a 2.800 posti di lavoro nelle acciaierie di Port Talbot, in Galles.

Il piano, tuttavia, è stato respinto da tre sindacati - Community, Unite e GMB - che hanno dichiarato che consulteranno i loro membri sulle prossime mosse, compresa l'azione industriale.

"Ci aspettiamo che i sindacati riflettano anche sulle conseguenze di alcune azioni, perché in ultima analisi non si tratta di un'azienda che sta guadagnando e che sta cercando di ristrutturarsi, ma sta perdendo molto denaro", ha detto Narendran a Reuters in un'intervista.

"Vuole perdere ancora più denaro? E questo è utile? Non è una conversazione felice, ma è una conversazione necessaria", ha detto, aggiungendo che l'azienda affronterà la situazione man mano che si evolverà.

MINERALI CRITICI DELL'INDIA, DOMANDA DI ACCIAIO

L'azienda siderurgica sta anche valutando l'asta in corso in India per i minerali critici, la cui prima parte è in corso per un valore stimato di 5,4 miliardi di dollari e comprende minerali come il litio.

"Stiamo esaminando tutti i minerali elencati, esaminando i documenti, esaminando le riserve, vedendo se c'è qualcosa di interessante e poi decideremo", ha detto Narendran.

L'azienda siderurgica prevede che la domanda di acciaio in India sarà forte, con una crescita prevista nel settore automobilistico e delle costruzioni, oltre che nei settori ferroviario e petrolifero e del gas.

Separatamente, Narendran ha detto di aspettarsi una continua volatilità dei prezzi del carbone da coke, una materia prima chiave per la produzione di acciaio, con prezzi che si muoveranno tra i 270 e i 350 dollari per tonnellata. (Relazioni di Neha Arora a Nuova Delhi e di Hritam Mukherjee a Bengaluru; Redazione di Varun H K)