MILANO (Reuters) - UniCredit batte le attese nel primo trimestre e, con il nuovo corso targato Andrea Orcel, vede nell'attività di M&A un acceleratore della strategia anche se non un obiettivo di per sé.

L'istituto ha registrato un utile netto sottostante di 887 milioni, spinto dal rialzo dei ricavi dovuto all'ottima performance di commissioni e attività di negoziazione e dal controllo dei costi.

Il consensus pubblicato sul sito web della banca indicava un utile netto per il primo trimestre di 396 milioni.

Il dato si confronta con una perdita netta contabile di 2,7 miliardi lo scorso anno, a causa di poste negative straordinarie per circa 3 miliardi legate alle uscite concordate di personale e alla riduzione della quota nella turca Yapi Kredi.

Il mercato apprezza e il titolo balza alle 10,40 del 5,26% sovraperformando sia i bancari italiani sia quelli europei.

Nella conference call sui risultati Orcel, che si è insediato ufficialmente il mese scorso, ha detto che "in riferimento all'M&A, non è scopo di per sé".

"Tuttavia lo vedo come un acceleratore e un potenziale fattore di miglioramento del nostro risultato strategico, nel migliore interesse dei nostri azionisti", ha aggiunto.

Con l'arrivo di Orcel si sono intensificati i rumors su possibili operazioni straordinarie per UniCredit: da un lato viene indicata come interlocutore privilegiato del Tesoro per la cessione di Banca Mps, dall'altro viene accostata a Banco Bpm per una possibile aggregazione.

UNICREDIT VEDE NETTO 2021 IN LINEA CON GUIDANCE OLTRE 3 MLD

Per il 2021 UniCredit vede un utile netto sottostante "sostanzialmente in linea" con la precedente guidance di oltre 3 miliardi.

I ricavi si sono attestati a 4,7 miliardi con un incremento del 7,1% rispetto a un anno prima: a fronte di un calo del margine di interesse a 2,2 miliardi, crescono le commissioni (+4,3% su anno a 1,7 miliardi) che segnano il livello più alto in oltre 5 anni e i proventi da trading (+466 milioni su anno a 639 milioni).

Per il 2021 UniCredit vede i ricavi in linea con il consensus di 17,2 miliardi.

"Il margine di interesse continuerà probabilmente per un certo periodo ad affrontare condizioni di mercato sfavorevoli anche rispetto ai concorrenti. In futuro, potremmo anche non beneficiare nella stessa misura dei fattori che hanno positivamente compensato questo trimestre", ha detto Orcel nella nota sui conti.

È in corso una review strategica che sarà completata nel secondo semestre.

"Abbiamo bisogno di tempo per garantire che i cambiamenti che abbiamo in mente vengano apportati, sempre nel miglior interesse a lungo termine del nostro business, mentre noi siamo già impegnati a valutare, rivedere e sviluppare un piano che determinerà la nostra strategia per i prossimi anni", ha aggiunto Orcel.

Sotto il profilo patrimoniale, il Cet1 fully loaded è al 15,92% a fine marzo, con un Cet1 Mda buffer di 689 punti base. Nel 2021 il buffer è atteso oltre 400 punti base con target tra 200 e 250 punti base.

UniCredit è pienamente conforme al requisito Tlac superiore al 19,5% con un Tlac transitional ratio del 27,3% e un buffer di 775 punti base.

Il costo del rischio contabile è sceso a 15, -165 punti base su trimestre, ed è visto al di sotto di 60 punti base per l'intero 2021.

Il rapporto tra crediti deteriorati lordi e il totale impieghi è al 4,8%. Per il 2021 è confermato l'azzeramento totale del portafoglio non core. Le rettifiche su crediti sono scese dell'86,7% a 167 milioni.

Confermata la politica di distribuzione ordinaria del 50% dell'utile netto sottostante, con il 30% tramite dividendo in contanti.

Al 31 marzo UniCredit aveva in portafoglio titoli di stato italiani per 46,3 miliardi di euro, pari a oltre il 39% delle esposizioni sovrane e al 5% circa del totale degli attivi.

(Gianluca Semeraro, in redazione a Milano Sabina Suzzi)