Lo ha detto Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo.

Parlando all'emittente Cnbc, l'AD della prima banca italiana ha affermato che attualmente è difficile ottenere i risparmi sui costi che gli investitori si aspettano da una fusione nel caso di un'operazione transfrontaliera, osservando che per gli azionisti le operazioni devono portare ad aumenti dei dividendi e degli utili per azione.

"Servono sinergie e l'area in cui gli investitori cercano sinergie è quella dei costi", ha detto, aggiungendo che le sinergie di ricavo sono "simili ai sogni" ma non è facile "ottenere vere sinergie transfrontaliere sul fronte dei costi".

"Penso che dovremo aspettare un'unione bancaria per vedere un reale e significativo consolidamento transfrontaliero. Ma dobbiamo farlo, altrimenti l'Europa rimarrà un gruppo insignificante di Paesi", ha detto.

Facendo eco ai commenti dell'AD di UniCredit Andrea Orcel, Messina ha detto che le grandi banche sono necessarie per sostenere l'economia del blocco.

Il mese scorso Orcel ha affermato che l'Europa è destinata all'"irrilevanza" se non si lavorerà per unificare i mercati dei capitali e creare un'unione bancaria che consenta agli istituti di credito di competere con i rivali statunitensi e di finanziare adeguatamente l'economia della regione.

Messina ha detto che sarebbe facile per Intesa risparmiare sui costi se si espandesse a livello nazionale, ma la banca fronteggia limiti antitrust dopo aver acquisito Ubi nel 2020-2021.

Intesa detiene una quota di mercato del 30% per i depositi e i fondi comuni e del 20% per i prodotti assicurativi, ha detto l'AD.

"Abbiamo un problema antitrust significativo, quindi questo probabilmente renderà impossibile per noi fare acquisizioni in Italia, altre banche possono provarci", ha detto Messina.

Ha aggiunto che Intesa è stato uno dei "pochissimi" istituti di credito europei negli ultimi anni ad aver ascoltato le richieste di consolidamento del capo della vigilanza della Banca centrale europea Andrea Enria.

(Valentina Za, tradotto da Camilla Borri, editing Andrea Mandalà)