MILANO (Reuters) - Stellantis non ha bisogno dello Stato italiano come azionista perché la casa automobilistica è in buone condizioni.

Lo ha detto il presidente John Elkann in risposta all'idea rilanciata dall'industria italiana dell'auto di un investimento diretto dell'Italia nel gruppo.

Paolo Scudieri, presidente di Anfia, l'Associazione nazionale filiera industria automobilistica, ha detto che è "necessario" e "giusto" che Roma investa direttamente in Stellantis per bilanciare la presenza dello Stato francese, scrive il Sole 24 Ore oggi.  

Il governo francese, già azionista di Psa che nel 2021 si è fusa con Fiat Chrysler per creare Stellantis, è ora un socio "rilevante" della casa automobilistica franco-italiana con una quota del 6% circa.

Elkann, che è anche AD di Exor, ha spiegato che il ruolo della Francia come azionista di Stellantis è giustificato dalle difficoltà incontrate da Psa in passato, che hanno richiesto l'intervento del governo francese.

Exor è il maggiore azionista di Stellantis con una quota del 14%.

L'anno scorso, prima delle elezioni di settembre con cui è salito al potere il governo Meloni, l'attuale ministro delle Imprese Adolfo Urso - che è stato in precedenza presidente del Copasir - ha portato avanti una campagna per l'acquisto di una quota di Stellantis da parte di Cdp.

Urso è tra i promotori del nuovo "Fondo nazionale del Made in Italy" che, secondo una bozza del disegno di legge vista da Reuters, potrebbe consentire al governo di acquistare partecipazioni azionarie in società quotate, purché abbiano sede legale in Italia e non operino nel settore bancario, finanziario o assicurativo.

Tra le filiere ritenute strategiche dall'esecutivo vi è quella dell'automotive, ma il riferimento alla sede legale in Italia sembra precludere un investimento in Stellantis, che è basata nei Paesi Bassi.

(Tradotto da Chiara Bontacchio, editing Sabina Suzzi)