Secondo il resoconto delle votazioni odierne era presente in assemblea poco meno del 70% del capitale di Mediobanca.

Le modifiche statutarie poste in votazione erano state proposte come integrazione dell'ordine del giorno da Del Vecchio a settembre e riguardavano, tra le altre, l'eliminazione del requisito statutario sulla presenza di manager nel board. Su una delle proposte di Del Vecchio, il Cda ha formulato e messo ai voti una sua proposta alternativa per garantire la rappresentanza di investitori istituzionali.

La mossa di Del Vecchio è stata intepretata come modo per far pressione sul Ceo Alberto Nagel, anche alla luce dello scontro in atto per il rinnovo del board Generali.

Le modifiche statutarie sono quindi state approvate all'assemblea odierna con voti favorevoli per il 99,96% del capitale presente.

Con percentuali simili sono stati approvati anche gli altri punti, tra cui il bilancio 2020-21 e la proposta di destinazione dell'utile.

I due punti all'ordine del giorno relativi alle politiche di remunerazione e incentivazioni per il 2021-22 e all'informativa sui compensi 2020-21 hanno invece visto il voto contrario di Del Vecchio, secondo una fonte vicina alla situazione.

Le due delibere sono comunque passate a larga maggioranza con il voto favorevole di poco più del 70% del capitale presente in assemblea (48,7% del capitale totale).

Non è stato possibile avere un commento immediato di Delfin, holding di Del Vecchio, che ha il 18,9% di Mediobanca.

Francesco Gaetano Caltagirone, che ha il 3% circa di Mediobanca ed è schierato con Del Vecchio nello scontro in atto sul rinnovo del Cda di Generali, ha invece votato a favore di tutti i punti, secondo due fonti vicine alla situazione.

(in redazione a Milano Gianluca Semeraro, Claudia Cristoferi, Stefano Bernabei)