Lo ha detto l'AD Pietro Labriola rispondendo ad alcune domande degli analisti sui risultati 2023.

"Non prevediamo problemi di antitrust per l'operazione", ha dichiarato, sostenendo che l'operazione non creerà alcuna "concentrazione" nel mercato.

La vendita della rete, valutata fino a 22 miliardi di euro includendo alcune componenti variabili, è un elemento chiave del riassetto dell'ex monopolista telefonico portato avanti dallo stesso Labriola.

Il manager ha confermato che la conclusione dell'operazione è prevista per la metà di quest'anno, una volta ricevuta la necessaria autorizzazione antitrust, ultimo scoglio regolamentare per il closing.

Labriola ha minimizzato i timori che gli operatori rivali avrebbero sollevato a Bruxelles in merito al rapporto tra la rete all'ingrosso che sarà venduta a Kkr e Tim, in particolare rispetto agli sconti sui volumi che sarebbero garantiti all'ex monopolista, che continuerà ad offrire connettività alla clientela business e retail.

Anche il principale azionista di Tim, Vivendi, nell'ambito di una disputa legale sulla vendita dalla rete ha chiesto all'antitrust Ue di esaminare il ruolo svolto dal Tesoro italiano nella transazione, alla luce dell'intenzione di integrare la rete di Tim con quella di Open Fiber, in una fase successiva.

Le telco italiane stanno cercando di portare avanti operazioni di M&A per rimodellare un mercato in cui l'intensa concorrenza sui prezzi ha eroso i guadagni e i ricavi per utente sono tra i più bassi d'Europa.

Vodafone sta trattando con Swisscom un potenziale accordo per unire le rispettive attività italiane, dopo che la società di telecomunicazioni britannica ha rifiutato un tentativo di approccio da parte di Iliad, che con il suo ingresso sul mercato mobile del 2018 ha contribuito ad innescare un' intensa competizione sui prezzi, soprattutto sul segmento mobile.

Un'alleanza Vodafone-Iliad sarebbe stata un'opzione migliore dal punto di vista del 'market repair', ha detto Labriola, aggiungendo che la sua azienda deve essere pronta a svolgere un ruolo nel consolidamento una volta completata la vendita della rete.

Il manager, a caccia di un secondo mandato alla guida dell'ex monopolista, delineerà un nuovo piano industriale triennale per la nuova Tim il 7 marzo.

Con la sua quota del 24%, Vivendi potrebbe essere il principale ostacolo alla sua riconferma all'assemblea degli azionisti di Tim in agenda a fine aprile.

(Elvira Pollina, tradotto da Chiara Scarciglia, editing Sabina Suzzi)