MILANO (Reuters) - Philippe Donnet si gioca domani una partita importante, probabilmente la più delicata del suo mandato finora, con la presentazione del nuovo piano strategico di Generali, vista l'opposizione di alcuni importanti soci al rinnovo del suo mandato.

Alla guida di Generali dal 2016, Donnet è indirizzato per centrare tutti i target del piano che termina quest'anno, presentato a fine 2018, riducendo il debito e spendendo circa 3 miliardi, sui 4 messi a disposizione, per acquisizioni in Europa e Asia.

Dalla presentazione del suo primo piano strategico a fine 2016, ha prodotto un ritorno complessivo per gli azionisti (total shareholder return) del 118% contro il 69% di Allianz e il 48% di Axa, secondo i dati Refinitiv.

Tuttavia Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio, rispettivamente secondo e terzo azionista di Generali, gli contestano una strategia di crescita per linee esterne poco ambiziosa, dando la responsabilità di questo anche all'influenza del primo azionista Mediobanca, e lamentano una distanza nella capitalizzazione di mercato rispetto ai principali competitor come Allianz e Axa.

Donnet può godere dell'appoggio del Cda, che a maggioranza ha deliberato di procedere con una propria lista per il rinnovo di fine aprile che contiene anche il nome del manager francese, e di Mediobanca, che ha circa il 13%.

Caltagirone e Del Vecchio, insieme a Fondazione Crt, a settembre hanno creato un patto di consultazione che raccoglie circa il 15,6% di Generali. Mediobanca, dal canto suo, ha effettuato un'operazione di prestito titoli che la porta al 17% dei diritti di voto. A favore di Donnet anche De Agostini con l'1,4% che, pur in uscita dal gruppo triestino, voterà alla prossima assemblea di aprile.

"C'è un punto di sbocco che è l'assemblea. I soci decideranno qual è la scelta migliore per Generali", ha detto oggi al Corriere della Sera il presidente Gabriele Galateri.

In quell'occasione gli investitori istituzionali, che rappresentano circa il 35% del capitale, saranno ago della bilancia.

"Sembra profilarsi una battaglia assembleare dove appaiono destinate a scontrarsi la lista sostenuta dal cda e quella presentata da due soci con una lunghissima storia imprenditoriale alle spalle e tuttora saldamente alla guida delle aziende che hanno fondato", commenta Massimo Belcredi, ordinario di finanza aziendale e direttore di Fin-Gov, il centro ricerche sulla corporate governance dell'università Cattolica.

"La peculiarità di questo caso è che Caltagirone e Del Vecchio sono rappresentati nel Cda delle Generali. All'estero, normalmente, i candidati sono presentati dal cda, è la prassi mentre in Italia il Cda ha presentato una lista solo in una decina di società e, come si vede dal caso Generali, gli azionisti vogliono continuare a dire la loro", aggiunge.

Il nuovo piano, che sarà presentato domattina al mercato, vedrà un focus su innovazione tecnologica, mercati ad alto potenziale e asset management, non escludendo la possibilità di crescita per linee esterne in modo disciplinato, in un'ottica di creazione di valore e remunerazione per gli azionisti.

Oltre all'Asia, anche l'Europa rappresenta un mercato di interesse soprattutto per il segmento Danni no-Auto, in particolare per il comparto salute e sicurezza informatica, spiega una fonte a conoscenza della situazione.

Caltagirone e Del Vecchio stanno lavorando a una propria lista di candidati e all'individuazione di una proposta alternativa per il ruolo di Ceo. Per convincere il mercato potrebbero anche presentare un piano strategico di crescita alternativo per la compagnia, secondo alcune fonti vicine alla situazione.

Se tuttavia domani il mercato dovesse accogliere con favore il piano di Donnet premiando il titolo, il manager francese avrebbe messo a segno un punto importante sulla strada per la sua riconferma.

(Ha collaborato Valentina Za)

(in redazione a Milano Sabina Suzzi)