Tim, che venerdì dovrebbe nominare Labriola amministratore delegato, deve ancora rispondere all'approccio non vincolante da 10,8 miliardi di euro di Kkr, subordinata all'approvazione da parte del Cda di Tim e del governo italiano. Il fondo, inoltre, ha chiesto una due diligence confirmatoria di quattro settimane.

La versione finale del piano, che sarà esaminato dal Cda il 2 marzo quando Tim approverà i conti, fornirà a Tim un punto di riferimento per valutare il prezzo di 0,505 euro ad azione indicato nella proposta di Kkr, presentata il 19 novembre.

I dubbi relativi al concretizzarsi dell'Opa di Kkr pesano sulla performance in borsa di Tim, che ha chiuso in calo del 3,2% a 0,4232 euro, rispetto alla flessione dello 0,7% dell'indice Ftse Mib.

L'avvicinarsi dell'elezione del presidente della Repubblica e il suo potenziale impatto sull'attuale esecutivo aggiunge altra incertezza.

Labriola sta studiando una serie di opzioni, secondo due fonti a conoscenza della questione, valutando in particolare la possibilità di separare gli asset di infrastrutture e servizi di Tim, nel tentativo di placare tutti gli azionisti del gruppo.

Il piano prevederebbe una scissione proporzionale degli asset di servizi e rete in modo da portare ognuna delle due nuove entità ad assumersi una parte del debito e delle quote dell'azienda, secondo le fonti.

Un veterano di Tim, Labriola è a capo della controllata brasiliana dal 2019.

L'incontro informale di oggi con i consiglieri è visto come un passaggio chiave per Labriola e per le sue possibilità di assicurarsi ampio supporto in seno al cda per la posizione di AD, vacante da novembre, quando Luigi Gubitosi venne estromesso dopo una serie di revisioni al ribasso dei target finanziari.

Fortemente indebitata e soggetta a forti pressioni regolatorie e competitive, Tim deve investire per potenziare la propria rete, che è la principale infrastruttura di telecomunicazione italiana e dunque ritenuta un asset per il paese.

Kkr, peraltro, detiene il 37,5% della rete secondaria di Tim, conferita lo scorso anno in una società separata, FiberCop, e quindi appare destinata a giocare comunque un ruolo nella partita.

La nomina di Labriola ha la benedizione del più grande azionista di Tim, Vivendi, secondo cui l'offerta di Kkr non valorizza adeguatamente il gruppo.

Labriola nelle attese avrà l'approvazione di Cdp, il secondo maggiore azionista del gruppo con una quota del 10%, secondo alcune persone vicine alla situazione.

Cdp, che ha investito in Tim per controllarne gli asset di rete, ha recentemente invitato il gruppo a rilanciare il piano di fusione di queste infrastrutture con quelle della rivale Open Fiber, di cui Cdp controlla il 60%.

Secondo Equita, il rischio del piano standalone che starebbe predisponendo Tim è legato all'execution della fusione con Open Fiber, alla leva comunque significativa su entrambi gli asset in una fase di elevati investimenti e di credit rating già sotto pressione, al trend del business retail, in sofferenza per la pressione al ribasso dei prezzi.

(Tradotto da Luca Fratangelo in redazione a Danzica, in redazione a Milano Elvira Pollina, Sabina Suzzi; luca.fratangelo@thomsonreuters.com, +48587696613)