MILANO (MF-DJ)--La tensione diplomatica in corso tra gli Stati Uniti e l'Arabia Saudita sembra stemperarsi un poco grazie alla maxi adesione di top manager Usa alla conferenza sugli investimenti di punta del Regno che sta beneficiando dell'aumento del prezzo del petrolio e cercando di aumentare il suo potere geopolitico.

Circa 400 dirigenti americani si sono riuniti al Ritz-Carlton Hotel di Riad per la 'Future Investment Initiative', l'evento annuale noto come 'Davos in the Desert', insieme a leader aziendali europei e asiatici. Tra questi c'erano Jamie Dimon, amministratore delegato di JPMorgan, David Solomon, a capo di Goldman Sachs, e Stephen Schwarzman di Blackstone.

La grande presenza americana - erano rappresentate alla conferenza oltre 150 società statunitensi - arriva tre mesi dopo che il presidente Usa, Joe Biden, ha visitato l'Arabia Saudita nel tentativo di ripristinare le relazioni gravemente danneggiate in seguito all'omicidio, nel 2018, del giornalista dissidente Jamal Khashoggi da parte di agenti sauditi. "A nessuno è stato detto di non andare nel Regno", ha detto Tarik Solomon, ex presidente della Camera di commercio americana in Arabia Saudita, sottolineando che le società statunitensi non sono state turbate dalla situazione politica tra Washington e Riad.

I dirigenti sono arrivati nel Paese in un momento critico nelle relazioni tra l'amministrazione Biden e la leadership saudita, incluso il principe ereditario Mohammed bin Salman, che secondo il Wall Street Journal ha preso in giro il presidente degli Stati Uniti in privato. I sauditi hanno, inoltre, aumentato le tensioni con l'amministrazione Biden orchestrando un taglio della produzione di petrolio all'inizio di questo mese con l'Opec+, spingendo gli Stati Uniti a minacciare misure di ritorsione. Gli Usa hanno percepito il taglio della produzione come un sostegno allo sforzo bellico della Russia in Ucraina, che ha consentito a Mosca di vendere petrolio a livelli gonfiati. Riad ha affermato che la mossa è stata una decisione tecnica necessaria per prevenire un calo dei prezzi del greggio in mezzo a cupe previsioni economiche.

Dimon e Schwarzman non avevano partecipato alla conferenza del 2018 in Arabia Saudita. JP Morgan e Goldman sono tra le banche occidentali che hanno tratto profitto da un vivace mercato saudita delle Ipo in un momento in cui tali operazioni a livello globale sono stagnanti. Dimon ha detto che i problemi tra gli Stati Uniti e l'Arabia Saudita sono stati esagerati e alla fine saranno risolti. "Non riesco a immaginare che ogni alleato sia sempre d'accordo su tutto", ha dichiarato, aggiungendo che "la politica americana non deve essere fatta tutta a modo nostro. Si può imparare dal resto del mondo". Alla conferenza non hanno partecipato, però, alti funzionari statunitensi. Per tutta la prima mattinata dell'evento i funzionari sauditi hanno sottolineato l'importanza di costruire relazioni con le potenze di tutto il mondo, affermando che le relazioni con gli Stati Uniti restano importanti.

Khalid al-Falih, il ministro saudita responsabile dell'attrazione degli investimenti esteri, ha affermato che la disputa con Washington è "un punto debole". "Eravamo molto vicini e stavamo per superare questo recente battibecco che penso sia ingiustificato. Speriamo che sia stato un malinteso", ha detto durante un panel. Il ministro dell'Energia saudita, il principe Abdulaziz bin Salman, ha assunto un tono più provocatorio, dicendo che il taglio della produzione di petrolio è stato una mossa necessaria, non solo per stabilizzare il mercato petrolifero ma anche per mantenere il Regno sulla buona strada per soddisfare suoi obiettivi economici. "Continuiamo a sentire, state con noi o contro di noi ma c'è spazio per: 'siamo per l'Arabia Saudita e per il popolo dell'Arabia Saudita?', ha detto.

cos


(END) Dow Jones Newswires

October 26, 2022 03:56 ET (07:56 GMT)