MILANO (Reuters) - Il piano a dieci anni di A2A non prevede come pilastro strategico la crescita attraverso l'M&A, anche se la superutility lombarda non chiuderà la porta ad altre utility desiderose di confrontarsi.

E' quanto ha sottolineato l'AD, Renato Mazzoncini, parlando con la stampa al termine della presentazione del piano strategico che prevede investimenti superiori ai 16 miliardi al 2030.

"E' molto evidente che all'interno del piano non è un pilastro strategico la crescita attraverso le acquisizioni, il che vuol dire che se altre multiutility vorranno confrontarsi con noi la porta non è chiusa. Visto che il ciclo di agregazioni a livello regionale si è concluso, riteniamo che non possa essere un driver di sviluppo nei prossimi dieci anni", ha spiegato il numero uno di A2A.

Il piano prevede una forte crescita nella produzione di energia da fonti rinnovabili fino a raggiungere una capacità installata pari a 5,7 GW a fine piano. "Abbiamo previsto 4,1 miliardi di euro di investimenti, di cui solo il 12% di M&A pari a poco più di 400 milioni", ha aggiunto Mazzoncini.

L'utility di Milano e Brescia punta a crescere anche nell'idrico con 1,1 miliardi da investire per migliorare l'efficienza della rete e conferma l'interesse a una partnership sulle reti con Acquedotto Pugliese.

"a oggi abbiamo presentato una manifestazione di interesse su Acquedotto Pugliese che al momento non sappiamo se si trasformerà in una gara vera e propria. Siamo molto interessati qualora saranno intenzionati ad andare avanti, ma al momento il processo è fermo", ha sottolineato Mazzoncini.

(Giancarlo Navach, in redazione Milano Cristina Carlevaro)