LONDRA (Reuters) - Il mercato rialzista più lungo della storia sarà seguito da uno dei più brevi?

È da poco più di un anno che ha avuto inizio un nuovo ciclo finanziario, ma il ritmo a cui procede è tale da inquietare gli investitori che temono che questo mercato rialzista che corre veloce sia destinato a giungere ad una brusca fine entro il prossimo anno.

Alcuni, indicando rendimenti e valutazioni azionarie più alte del normale a questo punto del ciclo, si stanno chiedendo se questo non sia in realtà lo stesso mercato rialzista dello scorso decennio, che è sopravvissuto al colpo inferto dal Covid-19.

Nessuno scenario è l'ideale dal punto di vista dei mercati. Un luogo comune largamente accettato nell'ambiente sostiene che i mercati rialzisti non muoiano di vecchiaia. La loro fine arriva per mano delle banche centrali, tipicamente quando valutazioni e leve finanziarie crescono troppo.

E così, se il Covid-19 non ha ucciso il rialzo, a farlo potrebbe essere la Federal Reserve in procinto di rilassare lo stimolo finanziario. Timori in merito hanno già rallentato i guadagni azionari nelle ultime settimane, accelerando i flussi verso liquidità e asset difensivi.

Grace Peters, analista di investimento presso J.P.Morgan private Bank, ha notato che a meno di 18 mesi dall'inizio del ciclo, i mercati stavano già mostrando caratteristiche da metà ciclo che erano apparse solamente dopo il quinto anno nello scorso ciclo economico.

L'S&P 500 è del 24% al di sopra del picco massimo registrato durante il precedente periodo rialzista a febbraio 2020. Dopo il 2008 occorsero circa 5 anni ai titoli per raggiungere quei livelli.

Peters ha notato anche che i rendimenti stanno correndo verso la "maturità" più in fretta rispetto al ritmo (a cifre singole medio-alte) che è tipico della fase di metà ciclo.

"Mi sorprende la velocità di crociera comparata alla crisi del 2008... siamo diventati cauti riguardo un arretramento a breve termine"

Il ciclo rialzista 2009-2020 è stato il più lungo di sempre, ammassando guadagni azionari globali del 237%. La pandemia ha quindi portato con se il più rapido mercato ribassista di sempre -- classificato come un crollo verticale del 20%.

Il ciclo ribassista è stato rapidamente scacciato dalle banche centrali che hanno tagliato i tassi di interesse e stampato denaro a ritmo sostenuto. Da allora a livello globale i titoli azionari sono saliti del 73%, per un valore di 42.000 miliardi di dollari.

Questi movimenti indicano l'insorgere di un nuovo ciclo, almeno sulla carta. Ma il breve ciclo ribassista e il ben più rapido e solido rimbalzo hanno fatto generato diversi dubbi.

"Non abbiamo mai avuto un ciclo negativo esteso", secondo Edward Perkin, a capo del settore investimenti di Eaton Vance. "Questo ciclo o è già giunto alla metà o alla fine, oppure è il secondo atto del ciclo precedente che non è ancora finito".

Il ciclo potrebbe avere fine a causa di scelte di politica monetaria, ad esempio se un restringimento della politica della Fed mandasse l'economia di nuovo in recessione, ha aggiunto Perkin, che però vede questo scenario come un rischio per il 2022.

ECONOMIA ALL'INIZIO, MERCATI ALLA FINE

Le valutazioni sono probabilmente un altro segnale di pericolo. Il ciclo è ripartito con valutazioni più alte, e l'S&P 500 già scambia ad un ritmo esuberante, 21 volte gli utili stimati.

Una ricerca di Kleinwort Hambros sui cicli del mercato, che torna indietro fino al 1870, mostra che il rapporto tra prezzi e utili aggiustato ciclicamente - noto come Cape ratio - è normalmente di 11,5 quando un mercato rialzista prende il via e di circa 20 quando giunge alla fine.

Ma il ciclo che ha avuto inizio lo scorso marzo è cominciato con un rapporto Cape di 24,7 e al momento ha raggiunto quota 37.

Ovviamente le valutazioni sono gonfiate dalle misure di stimolo, 30.000 miliardi di dollari dallo scorso marzo secondo alcune stime, molto maggiori rispetto al decennio precedente. I tassi di interesse inferiori ai cicli passati fanno sembrare meno folli i prezzi delle azioni.

Fahad Kamal, chief investment officer presso Kleinwort Hambros, ha notato che galoppando a questo ritmo, i mercati hanno distaccato l'economia, che ancora mostra segnali da inizio ciclo come un alto tasso di disoccupazione.

Kamal ha aggiunto che questa situazione insolita, gli impone una maggiore cautela rispetto a quella che avrebbe normalmente a questo punto del ciclo.

La domanda è quanto impiegheranno le economie per rimettersi al passo.

"Il tapering della Fed è un rischio, ma se venisse rimpiazzato da una macroattività con solide basi, non ci sarebbe tanto bisogno di liquidità. In un mondo perfetto, dei fondamentali solidi compensano il taper", secondo Kamal.

Se non dovessero farcela, i mercati guarderanno nuovamente alle banche centrali. Norman Villamin, chief investment officer di Ubp ha detto che gli anni post-2008 mostrano che i decisori agiranno contro i rallentamenti, creando a tutti gli effetti dei mini-cicli.

"Credo che si stia ancora abbastanza presto nel ciclo", ha aggiunto Villamin, ma "è importante distinguere tra i trend generali e questi mini-cicli"

(Tradotto da Luca Fratangelo in redazione a Danzica, in redazione a Roma Stefano Bernabei, luca.fratangelo@thomsonreuters.com, +48587696613)