ROMA (MF-DJ)--Tutto in 48 ore o poco più per Ita-Alitalia. Oggi ci sarà una nuova call, probabilmente quella decisiva, tra Roma e Bruxelles per rispondere alle nuove domande della Commissione Antitrust della Ue e poi, domani o al massimo mercoledì, la stretta finale con la messa a punto del documento finale. Sempre che i segnali di compromesso emersi nel week end, scrive Il Messaggero, prendano corpo dando forma al disgelo. Se questo non accadrà, se la rottura dovesse rivelarsi insanabile - cosa che non si augurano nè il governo italiano e nemmeno gli euroburocrati della Vestager - l'Italia andrà avanti da sola, segnando un solco profondo con l'Europa.

Proprio in queste ore il negoziato tecnico è entrato nella fase più calda, dopo le migliaia di mail e i vari documenti inviati dalla newco, d'intesa con il Tesoro, per consentire a Ita di decollare entro luglio. Ma se i tecnici non comporranno i dissidi, spetterà ai tre ministri incaricati da Draghi (Giancarlo Gioregggti, Daniele Franco ed Enrico Giovannini) fare l'ultimo sforzo per sbloccare la trattativa spostando la partita più sul versante politico.

Gli scogli da superare sono in fondo sempre gli stessi, ma Bruxelles, secondo fonti autorevoli, pone ogni ora nuove questioni, ritarda la decisioni, compie un passo avanti e due indietro. Proprio quando sembrava ormai per acquisito il taglio limitato degli slot di Milano e Linate, la partita sarebbe stata riaperta sulla percentuale di riduzione, così come sul brand. Ita insiste per conservare il marchio Alitalia, per evitare nuove spese sul fronte del marketing. Ma è anche disposta a non utilizzarlo in una prima fase.

Di certo nessun vuole che il brand finisca alla concorrenza, magari ad Air Dolomiti. Soprattutto l'ad Fabio Lazzerini non vuole cedere sull'handling -asset considerato strategico e nel quale si vuole avere la maggioranza- e sul numero di aerei: 54 per partire rispetto ai 30 di adesso. Una flotta che, almeno nei piani del manager, crescerà con il crescere del mercato. Bruxelles ha chiesto con insistenza le caratteristiche tecniche dei velivoli e, soprattutto, se saranno Airbus o Boeing. Il tutto per calcolare costi e redditività della flotta, in base anche alle rotte e al numero dei dipendenti. Personale che, almeno in una prima fase, dovrebbero essere di circa 4.500 addetti.

Gli altri dipendenti di Az resteranno nella società in amministrazione straordinaria. Una parte verrà gradualmente recuperata, mentre chi avrà i requisiti per l'anticipo pensionistico sarà collocato a riposo con appositi scivoli. Non è ancora chiaro quanti dipendenti potranno godere di questi paracadute, ma al ministero del Lavoro, insieme all'estensione della cig, il tema è sul tavolo di Orlando. Ma il vero nodo da sciogliere, il principale, è quello sulla data del decollo. Per questo il piano B di Ita, in caso di niet della Ue, scalda i motori sulla pista. Prevede, come noto, l'affitto, o meglio la presa in uso, di una parte degli aerei e dei dipendenti dalla vecchia Alitalia, non solo per iniziare a vendere i biglietti per la stagione estiva, ora ferma al palo. Ma anche e soprattutto per consentire ad Az di pagare gli stipendi visto che a fine mese la cassa sarà completamente all'asciutto. Questo, come denunciato più volte dai sindacati, Fit-Cisl, Cgil e Uil in testa, insieme ai piloti della Fnta, è il problema numero da risolvere. L'emergenza da evitare, ma che Bruxelles sembra voler ignorare.

Eppure Lazzerini ha avanzato una serie di proposte a geometria variabile per accogliere le varie richieste della Commissione, specificando che con il via libera al piano industriale potrà alzarsi in volo una compagnia economicamente sostenibile. Mercoledì i lavoratori Alitalia torneranno a manifestare davanti alla sede della Commissione Ue per protestare contro gli "inaccettabili diktat". Sperando che proprio da Bruxelles possa arrivare il disco verde.

vs

(END) Dow Jones Newswires

April 19, 2021 02:53 ET (06:53 GMT)