di Fabio Massimo Cataldo - vicepresidente Parlamento Ue

MILANO (MF-DJ)--Facendo seguito a quanto indicato nel piano d'azione presentato a maggio 2020, la Commissione Europea nella prima settimana di luglio dovrebbe presentare un pacchetto di proposte legislative in materia di antiriciclaggio e di contrasto al finanziamento del terrorismo. La decisione di intervenire è dettata dalla necessità di fornire una risposta a quanto accaduto nella filiale estone di Danske Bank, il più grande istituto bancario danese, che dal 2019 si trova al centro di un'inchiesta per riciclaggio di denaro sporco proveniente in gran parte dalla Russia.

Si è trattato di uno dei maggiori scandali finanziari in Europa, del valore di circa 220 miliardi di euro, ma non dell'unico, se si pensa ad un episodio simile che ha coinvolto un'altra grande banca del Nord Europa, la Swedbank. Per fortuna, la debolezza dei meccanismi nazionali di contrasto al riciclaggio che ha permesso che tali frodi passassero inosservate per anni dovrebbe essere sanata a breve.

L'obiettivo delle nuove proposte della Commissione è ridurre le divergenze fra gli Stati nell'applicazione della disciplina, armonizzando la normativa europea in materia. Il tutto mediante l'adozione di un regolamento, che, come è noto, è direttamente adottabile negli ordinamenti degli Stati membri. L'applicazione di un codice normativo unico dovrebbe costituire il presupposto per la definizione delle competenze anche di un nuovo organismo supervisore a livello dell'Ue, che avochi a sé i poteri di controllo e che, in questo settore, sono attualmente ripartiti tra i singoli Paesi. Questa autorità di sorveglianza centralizzata, a cui dovrebbe aggiungersi l'istituzione di un organo di sostegno e coordinamento a livello europeo per le unità nazionali di informazione finanziaria, potrà esercitare una vigilanza diretta su determinate istituzioni finanziarie, con la possibilità di condurre ispezioni in loco e di imporre sanzioni pecuniarie per eventuali inadempienze. Chiaramente quando si discute della creazione di una nuova agenzia dell'Ue una scelta non secondaria è quella della sede, a cui diversi Stati membri sarebbero interessati.

In questo contesto, credo che l'Italia rappresenti la candidata ideale per ospitare la nuova autorità europea antiriciclaggio. In Germania hanno sede la Bce e l'Eiopa (autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali), mentre la Francia ospita l'Eba (autorità bancaria europea) e l'Esma (autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati). L'Italia, invece, non ha la sede di alcuna autorità finanziaria europea.Ma l'interesse del nostro Paese per la sede della autorità europea antiriciclaggio non è solo determinato da ragioni di prestigio o per i pur importanti benefici in termini di posti di lavoro. Dal punto di vista dell'azione antiriciclaggio l'Italia infatti costituisce un'eccellenza a livello europeo. L'Italia è sicuramente all'avanguardia per quanto riguarda la lotta contro i fenomeni criminali più articolati quali il terrorismo, le associazioni di tipo mafioso ma anche il riciclaggio di denaro. Per quanto riguarda la prevenzione del riciclaggio, ad esempio, l'Italia è stata tra le prime in Europa ad adottare una normativa specifica.

Infatti, la prima normativa nazionale di prevenzione del riciclaggio (decreto legge 143 del 3 maggio 1991, poi convertito nella legge 197/1991 e confluita poi nel decreto legistlativo 231 del 2007) ha anticipato di circa un mese (giugno 1991) la prima direttiva europea in materia. A seguito della legge Rognoni-La Torre e dell'introduzione, nel 1982, della confisca dei beni di profitto legati al reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, siamo poi stati pionieri nell'elaborazione di un sistema per la gestione dei beni confiscati e la loro destinazione ad uso sociale. Condivido dunque appieno le posizioni dell'Abi che in una lettera al governo ricorda la presenza di autorità che ci consentono di essere all'avanguardia nella lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo. Insomma, l'Italia ha le carte in regola per concorrere e da molto tempo è pronta ad accogliere una nuova istituzione dell'Ue, scelta che confermerebbe peraltro la svolta europeista del nostro Paese iniziata con il precedente governo Conte. Roma a mio avviso sarebbe la candidata migliore, anche per ribilanciare l'equilibrio delle istituzioni europee verso il Mediterraneo. Abbiamo il dovere di andare al confronto con gli altri Paesi europei - si parla di Germania e Polonia - con una candidatura forte e legittimata dalla convinzione comune della sua importanza. Se così non fosse, la politica non si sarà mostrata all'altezza della situazione e chissà che nel frattempo non ne approfitti un'altra Amsterdam. E questa volta senza un sorteggio.

fch

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June 15, 2021 02:13 ET (06:13 GMT)