ROMA (MF-DJ)--Il mercato ha sempre più fame d'arte. I token non bastano a soddisfare gli investitori, alla ricerca di altri prodotti finanziari per sfruttare il carattere rifugio dei pezzi da collezione. Lo dimostra la prima matricola del 2023 sull'Euronext Growth Milan di Piazza Affari, la galleria Deodato. Ma tra le montagne del Liechtenstein c'è qualcuno che ha un'ambizione più alta e, al posto di una galleria o di un museo, pensa di quotare le stesse opere. Artex Mtf è un sistema multilaterale di negoziazione nato dall'idea di Yassir Benjelloun-Touimi e di un rampollo della casa reale del principato per portare maggior liquidità e democrazia in un settore riservato storicamente ai grandi portafogli. La borsa è gestita da un'azienda omonima che, fondata nel 2022 a Triesen, ha da poco ottenuto la licenza per negoziare strumenti finanziari nell'ambito della direttiva europea, la MiFid II.

Ma come funziona nel dettaglio una borsa di dipinti? "Esattamente come tutte le altre", assicura il manager a MF-Milano Finanza. Le banche raccolgono gli ordini di chi intende investire sulle opere e le richieste vengono abbinate a livello centrale. "Six -la borsa di Zurigo- agirà come clearing house, mentre le infrastrutture di Bloomberg garantiranno la sicurezza delle transazioni". Anche UnaVista, una società del London Stock Exchange Group giocherà un ruolo nel progetto. Quadri e non società. Sul nuovo mercato di Artex verranno quotate direttamente opere di collezioni private, acquistate in un primo momento da una società vettore in Lussemburgo. Per ogni pezzo sarà costituita una società di progetto con un proprio board -indipendente da Artex- che passerà ogni anno sotto la lente di un revisore. I consulenti di Rothschild assisteranno il venditore nella fase di ipo. Fissato un valore, le opere verranno cartolarizzate, ovvero divise in azioni.

Nessun investitore può superare la quota del 10% in un'opera d'arte. "Altrimenti è obbligato a presentare un'offerta per il delisting, con un premio superiore al 15%: se entro 20 giorni nessun azionista ribatte con un ulteriore premio del 5% il quadro viene delistato". Una regola che il listino, licenziato dall'Autorità per i mercati finanziari del Liechtenstein, ha potuto fissare ad hoc "poiché nel Paese non esiste nessuna borsa valori", ha precisato Benjelloun-Touimi. La quotazione richiederà anche una fase di due diligence gestita dagli stessi esperti del gruppo.

Qui sorge però il primo dubbio tra i banchieri e gli avvocati contattati da Milano Finanza. A differenza di una società che si affaccia ai mercati, un quadro non ha un valore fondamentale dettato dai risultati economici. Il prestigio viene stabilito nel corso di perizie artistiche e varia con il mutare dell'interesse estetico dei compratori. Il tentativo di dare un prezzo a una valutazione qualitativa -e spesso non univoca tra gli esperti- espone il sottostante delle azioni a un rischio di speculazione che non può essere trascurato. "Sarà fondamentale controllare la filiera per evitare che nel mercato entrino dei falsi, soprattutto se parliamo di artisti molto conosciuti", ha commentato Ilaria Bonacossa, direttrice del Museo nazionale dell'arte digitale. "Al tempo stesso, è difficile pensare che i quadri di autori meno noti, quelli solitamente più soggetti a speculazione, possano interessare un pubblico di azionisti". Nonostante i dubbi, la novità ha suscitato un certo interesse tra gli appassionati della materia. "Numerose banche europee sono già membri del mercato, una anche in Italia. Entro la prima ipo, in agenda già per le prossime settimane, il numero potrebbe salire tra i 10 e i 15 istituti». Il primo target? Quaranta membri tra i principali istituti bancari entro il 2024. Anche sulla platea di investitori il manager ha le idee chiare: "Con un prezzo di partenza modesto le nostre azioni saranno appetibili per un vasto numero di investitori. In un momento di alta incertezza economica l'arte può svolgere lo stesso ruolo dell'oro, garantendo una protezione dall'inflazione galoppante".

Quanto al tipo di operatori, Artex non vuole porsi limiti. "I fondi pensione potrebbero conferire volumi ingenti, ma ci aspettiamo un coinvolgimento anche di hedge fund e privati, abituati a scambiare azioni più frequentemente. Questi ultimi garantiranno liquidità al mercato". La liquidità, l'altro nodo da sciogliere. Secondo il manager un bacino ampio e diversificato di investitori potrebbe da solo garantire l'efficienza del mercato. Inoltre, "nei prossimi mesi verrà costruito anche il primo indice della borsa" che aumenterebbe di fatto la liquidità dell'exchange.

Ma secondo alcuni esperti quello dell'arte è per sua natura un mercato inefficiente e non fungibile proprio per quell'unicità che dà valore alle opere. Per rispondere ad alcune domande sarà necessario attendere la prima ipo sull'Artex Mtf e i primi mesi di vita del listino.

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January 30, 2023 03:05 ET (08:05 GMT)