ROMA (MF-DJ)--Il cashback dei pedaggi non solo arriva tardivamente, ma viene proposto attraverso un meccanismo contorto che rischia di violare la privacy degli automobilisti, e pertanto di essere bloccato dal Garante per la protezione dei dati personali. Lo afferma Assoutenti, commentando l'annuncio dell'a.d. di Autostrade per l'Italia, Roberto Tomasi, relativo ai rimborsi dei pedaggi.

"Il cashback arriva quando già milioni di italiani si sono spostati per le autostrade del paese rimanendo bloccati da lavori e cantieri, e la sua applicazione risulta pertanto tardiva - spiega il presidente Furio Truzzi - C'è poi il nodo della privacy degli automobilisti che la App "Free to X" utilizzata da Aspi per i rimborsi potrebbe violare. Chi intende ottenere l'indennizzo per essere stato coinvolto in disservizi autostradali dovrà infatti fornire tutti i propri dati alla App in questione, informazioni sensibili anche ai fini del tracciamento degli spostamenti dei cittadini. Oggi il 62% degli utenti che utilizzano le autostrade paga i pedaggi attraverso Telepass, il 23% con carte di credito e solo il 15% in contanti. Questo significa che l'85% degli automobilisti potrebbe ottenere in modo automatico il rimborso spettante, senza presentare alcuna richiesta e senza dover cedere i propri dati sensibili a terzi", aggiunge Truzzi.

"Grave, infine, che Autostrade per l'Italia non abbia coinvolto gli utenti e il Garante della Privacy nella consultazione sul "Cashback" dei pedaggi, impedendo così ai fruitori finali della rete autostradale di apportare un contributo concreto al servizio e superare le criticità dei rimborsi", conclude il presidente.

pev

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July 28, 2021 06:05 ET (10:05 GMT)