ROMA (MF-DJ)--Il nome del partner di Carige ancora non si sa. Ma non ci sono dubbi, spiega in un'intervista a Repubblica nell'edizione di Genova l'a.d. Francesco Guido, sul fatto che il matrimonio verrà celebrato. «Troppe convenienze fiscali e industriali» dice il manager al timone della banca dei liguri alla vigilia del ritorno in Borsa dopo più di due anni e mezzo. Consob aveva infatti sospeso il titolo il 2 gennaio dopo la decicisione di Bce di commissariare la banca.

La prova del listino, domani, sarà una vera incognita perché il prezzo lo farà il mercato, incrociando domanda e offerta (e se questo non accadrà, allora sarà Consob a fissarlo martedì sera). Il rischio di balzi o scivolate esiste, sul mercato finisce il 11% del capitale, circa 80 milioni di pezzi (dopo in raggruppamento dei mesi scorsi una nuova azione ogni mille vecchie). Il titolo è sottile, basta poco per muoverlo tantissimo e manca appunto una quotazione di partenza.

«Intanto è importante nella nostra strategia di crescita la riammissione" in Borsa, spiega Guido. Sul valore, però, tutto dipenderà dai comportamenti di domanda e offerta. Ci sono tantissime variabili, la valorizzazione a bilancio differente fra i due soci, il fatto che sul listino andrà poco più del 10% del capitale, possibili manovre speculative. C'è un dato però interessante. In fase di raggruppamento mille azioni vecchie per una nuova, si sono formate delle spezzature che immaginavamo invendute. Invece sono andate a ruba, segno che l'interesse c'è. Ma con questo passaggio non si parla solo di riammissione del titolo. Il ritorno equivale a una normalizzazione, è il completamento di un percorso dopo una situazione confusa che vedeva il capitale formato da 755 miliardi di azioni del valore di un millesimo di euro l'una. E poi questo ci consente di tornare alla quotazione degli strumenti finanziari, titoli obbligazionari e certificati di investimento attraverso la Cesare Ponti, uno dei pilastri su cui poggia il nostro rilancio commerciale. Diciamo così, non ci esalteremo se il prezzo sarà interessante, non ci deprimeremo se non lo sarà. Rispetto al nostro piano industriale, infatti, il valore dell'azione è neutro. Ha rilievo ovviamente nell'ipotesi di business combination, per chi compra».

"Se avessimo un piano industriale costruito sul ricorso al mercato per il rafforzamento patrimoniale, allora la quotazione del titolo avrebbe un significato maggiore. Noi potremmo andare a un nuovo aumento a fine 2022, se non dovessimo completare la business combination, proseguendo stand alone. Ma con un azionista che ha l'80% del capitale sarebbe comunque un aumento diverso dagli altri. Diciamo allora che questo ritorno in Borsa consente un riposizionamento sui mercati finanziari. E poi, se posso aggiungere, il ritorno in Borsa è anche un segnale che incontro alle esigenze dei piccoli azionisti che potranno ritornare a scegliere se tenersi le azioni o venderle. Sono stati una componente fondamentale nella storia della banca ed è giusto che decidano in autonomia se rimanere ancora azionisti», sottolinea.

Nel prospetto presentato per la riammissione "ho parlato di incertezze e indicato ogni tipo di rischio fin nelle condizioni più estreme. Non ci sfugga che la banca ha vissuto un commissariamento che poteva anche preludere a una liquidazione. Non è stato così, siamo ripartiti, ma a questo punto bisogna delimitare il campo di gioco, parlando chiaramente di incertezze, ma anche di certezze».

Tra le certezze Guido cita "l'avere come primo azionista, titolare dell'80% del capitale, Fitd, il più solido degli azionisti che si possa immaginare e dimostrare nel 2020, con risultati commerciali che nessun altro ha avuto, la propria forza». Mentre tra le incertezze "al momento la business combination, ma vorrei dire che l'incertezza è legata al fatto di chi sarà il partner e quando si realizzerà, perché non è in discussione il "se" avverrà" perchè "ci sono convenienze fiscali schiaccianti (1,3 miliardi di dta, i crediti d'imposta di cui potrà beneficiare il partner n.d.r). C'è però un altro aspetto che non bisogna nascondere. Al fatto che qui si sta giocando una partita a scacchi fra banche, regolatori e governo. Nelle condizioni di oggi non credo che Carige sarà la prima mossa, ma se cambia il quadro normativo, con i benefici fiscali a cui facevo riferimento, allora si potrebbe accelerare. Noi nel prospetto informativo e negli stress test che usciranno nei prossimi giorni saremo valutati negli scenari estremi, che impattano su tutte le banche e che potrebbero essere ancor più significativi per noi. Ma il valore dello stress test è segnaletico da un punto di vista tecnico, noi vogliamo ragionare non solo su ipotesi estreme, ma plausibili. E allora da questo punto di vista il futuro di Carige è affidato alla prospettiva di recupere della redditività», sottolinea.

Oggi Carige è "una start up con 500 anni di storia. Siamo partiti diseredati, ma stiamo crescendo. E Vogliamo accelerare. Ci sono investimenti che devono ancora essere messi a terra, ma il mercato ci sta dedicando attenzione. Famiglie e piccole e medie imprese in modo silenzioso ci hanno confermato la loro fiducia. I big ticket hanno fatto il loro gioco», conclude.

pev

(END) Dow Jones Newswires

July 26, 2021 03:04 ET (07:04 GMT)