ROMA (MF-DJ)--"Se il Montepaschi non resterà autonomo, anche se noi speriamo comunque che sia così, nessuno si illuda di poter arrivare in questa banca e fare carne da macello. Questo aumento di capitale deve rappresentare un nuovo punto di partenza e, se dal prossimo gennaio la banca avrà una struttura di costi alleggerita, mantenendo gli impegni con la Vigilanza Bce, lo si deve soprattutto alla vera responsabilità sociale delle lavoratrici e dei lavoratori bancari che hanno scelto di lasciare, volontariamente, Mps".

Lo ha detto Franco Casini, segretario nazionale amministrativo Fabi e coordinatore nel gruppo Mps, in un'intervista a MF-Milano Finanza, facendo un primo bilancio a pochi giorni dal completamento del piano industriale da 2,5 miliardi e a 48 ore dal via libera, da parte del cda della banca, all'uscita di tutti i 4.125 dipendenti che avevano presentato domanda di accesso al Fondo di Solidarietà.

Domanda. Partiamo dal cda di Mps che giovedì 10 ha approvato i conti trimestrali e ha mostrato il semaforo verde a tutte le domande di esodo del personale. Se lo aspettava?

Risposta. La banca ha mantenuto l'impegno assunto con i sindacati, accogliendo tutte le richieste di uscita, 625 in più rispetto alle 3.500 concordate ad agosto. Non era scontato e ne do atto al cda. Vado oltre: l'amministratore delegato Luigi Lovaglio e tutto il cda hanno operato bene e agito al meglio, guardando all'interesse dei dipendenti della banca, della clientela e dei territori. Un compito non affatto facile.

D. Facciamo i conti: col totale di 4.125 uscite l'organico del Mps scende e restano circa 17.000 persone. Che futuro c'è per tutti loro?

R. Anzitutto mi lasci fare un ringraziamento non formale alle colleghe e ai colleghi che si apprestano, volontariamente, a lasciare la banca: è una scelta difficile, me ne rendo conto, ma soprattutto è un gesto di vera responsabilità sociale. Mps è stata la loro vita e continuerà a rappresentare il futuro per chi resta: il mio grazie a tutti loro che rimarranno e sappiano che questo nuovo inizio non lo percorreranno mai da soli, ma come Fabi, per chi lo vorrà, noi ci saremo sempre.

D. I dipendenti hanno fatto sacrifici?

R. Sì. Ci sono stati importanti sacrifici da parte dei lavoratori che ora giustamente pretendono chiarezza sul presente e sul prossimo futuro. Chi lavora in Mps ha pagato per gli errori di altri, di chi, al vertice della banca nelle precedenti gestioni, ci ha portato a essere, oggi, in questa situazione.

D. Il segretario generale della Fabi, Lando Sileoni, ha detto pochi giorni fa che potrebbe esserci un cavaliere bianco pronto a intervenire per rilevare il Montepaschi.

R. Il segretario generale è sempre ben informato. La nostra linea, come Fabi, non cambia e Sileoni l'ha espressa molte volte: auspichiamo che Mps resti autonoma e che la sua autonomia venga salvaguardata nel tempo. Sileoni tra l'altro è stato il primo a puntare decisamente e pubblicamente sull'autonomia della banca per i prossimi anni. La decisione è politica ed è frutto di un accordo tra governo italiano e Bce: nessuno comunque si illuda di poter arrivare in questa banca e fare carne da macello.

D. Mps quindi può restare autonoma? Quali margini ci sono, considerando che il Tesoro, secondo le indicazioni della Banca Centrale Europea, deve cedere il suo 64% dell'istituto toscano entro il 2024?

R. Credo fortemente nell'autonomia del Monte dei Paschi di Siena. Ci crediamo fortemente, vorremmo che ci credessero anche governo e Bce. Noi siamo convinti che la banca, soprattutto grazie alla gestione Lovaglio e alla dedizione di chi lavora ogni giorno, sia nelle filiali sia nelle direzioni e negli altri uffici, possa ancora dire la sua nell'industria bancaria del nostro Paese. Il valore della rete, del marchio e della clientela sono riconosciuti da tutti gli addetti ai lavori. Gli spazi esistono, ma la decisione è tutta politica. Noi attendiamo le determinazioni del governo e poi vigileremo sugli sviluppi, come abbiamo sempre fatto.

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1408:36 nov 2022


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