MILANO (MF-DJ)--La privacy è la principale preoccupazione degli europei in merito all'euro digitale, secondo quanto emerso nella consultazione della Bce sulla materia, a cui hanno partecipato oltre 8 mila soggetti tra cittadini, accademici, banche, società e associazioni. Francoforte tuttavia ritiene che «un euro digitale di fatto accrescerebbe la privacy nei pagamenti digitali».

Lo ha detto ieri Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo Bce, che ha presentato i risultati della consultazione alla commissione economica del Parlamento Ue presieduta da Irene Tinagli. «La Bce non ha alcun interesse nel monetizzare o acquisire i dati sui pagamenti degli utenti», ha aggiunto Panetta. «Vi è quindi una differenza rispetto al settore privato».Il membro del board Bce ha tuttavia sottolineato che si dovrà trovare un compromesso con le normative esistenti. Un assoluto anonimato delle operazioni «sarebbe terreno fertile per le attività illecite e potrebbe ostacolare il rispetto della normativa sul contrasto al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo», ha ricordato.

L'anonimato inoltre ostacolerebbe l'imposizione di limiti necessari per salvaguardare la stabilità finanziaria.«Resta possibile mantenere diversi livelli di privacy per i pagamenti», ha detto Panetta. «Alcune transazioni potrebbero essere condotte senza dover condividere con soggetti terzi i dettagli del pagamento. Ad esempio, i pagamenti off-line di importo modesto potrebbero essere regolati fra il debitore e il beneficiario senza condividere dati con gli intermediari». Per i pagamenti elettronici e di importo rilevante i dettagli dovrebbero essere invece disponibili, come avviene già oggi per le transazioni oltre 10 mila euro.In ogni caso per Panetta «tecniche di ottimizzazione potrebbero assicurare un livello elevato di privacy. Ad esempio, l'identità degli utenti potrebbe essere custodita separatamente dai dati sui pagamenti, consentendo solo alle unità di informazione finanziaria di accedervi e individuare il debitore e il beneficiario in caso di attività sospette».Dalla sperimentazione preliminare della Bce sull'euro digitale stanno emergendo «risultati promettenti» su come utilizzare la tecnologia per proteggere la privacy degli utenti senza ridurre il contrasto delle attività illecite. In alcuni casi la trasparenza sarebbe nell'interesse dei consumatori: per esempio quando occorre verificare un pagamento per dimostrare una transazione o per richiedere un rimborso.Panetta ha precisato che ci vorrà molto tempo per l'avvio dell'euro digitale. Nei prossimi mesi il consiglio direttivo deciderà sull'avvio della fase di indagine, che richiederebbe due anni. Poi la Bce dovrebbe passare alla fase di attuazione, che durerà «diversi anni».

Le decisioni finali spetteranno anche alle autorità politiche. Resta da verificare anche l'interesse della Germania: l'opinione pubblica tedesca è spaventata e la Bundesbank ha varato in solitaria un progetto per collegare la blockchain al sistema dei pagamenti senza necessità di un euro digitale. In Germania si temono tassi negativi (timore infondato anche perché sarà sempre possibile l'alternativa del contante) e effetti indesiderati sul settore bancario (che però possono essere controllati con limitazioni o disincentivi al possesso di euro digitali oltre determinate soglie, per esempio oltre 3 mila euro per individuo). Per Panetta serviranno significative verifiche ma l'euro digitale potrà rivelarsi anche un'opportunità per le banche perché consentirà loro di avere la materia prima con cui offrire servizi aggiuntivi. Inoltre la valuta digitale potrebbe servire per evitare monopoli privati e non farsi trovare impreparati rispetto alla concorrenza di altre banche centrali.

fch

(END) Dow Jones Newswires

April 15, 2021 03:12 ET (07:12 GMT)