MILANO (MF-DJ)--L'intenzione è quella di essere «propositivo», spiega all'inizio della chiacchierata con MF-Milano Finanza Francesco Guarneri, ceo di Guber Banca, uno dei principali servicer attivi sul mercato italiano, ma se pensa al settore degli Npe italiani «ci sono alcuni aspetti che mi preoccupano», prosegue.

Intanto c'è un fattore evidente e sotto gli occhi di tutti «e ne ho parlato anche in Commissione Banche», dice il manager di Guber, «i registi della gestione del macro tema Npe hanno permesso che si verificasse una concentrazione senza senso. Pochissimi interlocutori hanno preso in gestione quantità spropositate di Npe. E anche le istituzioni hanno contribuito a questa iper concentrazione consentendo a un servicer pubblico, come Amco, di gestire decine di miliardi in pochi anni». Il riferimento è alla strategia tenuta dal Mef negli scorsi anni sul tema dei non-performing. «La concentrazione finisce per riflettersi in un pessimo servizio alla comunità e in una mancanza di trasparenza sull'efficienza di gestione», dice Guarneri il quale spiega che ci sono molte aziende e imprenditori che finiscono nei portafogli Npe e che «pur volendo pagare a volte addirittura l'intero debito non riescono a chiudere la loro posizione o non riescono a farlo in tempi accettabili».

E questo perché i servicer cui fanno riferimento scontano un carico di lavoro non adeguato a gestire la mole di richieste. «Ho proposto, e lo ribadisco, che i servicer dovrebbero avere l'obbligo di riscontrare le proposte formali entro 60 giorni. Così come le banche devono rispettare un termine per l'evasione dei reclami», aggiunge Guarneri. Va detto che la banca bresciana è anche un soggetto che opera attivamente nel settore degli npe e quindi interessato. «Certo che è così, ma infatti le mie non sono valutazioni morali. Offrire un buon servizio ai debitori conviene a tutti, per primi a noi operatori».

C'è un altro problema legato alla concentrazione, secondo Guarneri, e riguarda la trasparenza. Le Gacs hanno precisi meccanismi normativi, «ma tra questi purtroppo non è prevista la presenza obbligatoria di almeno due special servicer per operazione». Ciò ha tolto la possibilità di un comparare l'efficienza. «Adesso, quando sulle Gacs verranno i nodi al pettine e cioè si prenderà atto di alcune sotto performances, nessuno sarà in grado di capire quanto di queste perdite dipenderà da un gestione poco efficiente e quanto da altri fattori: si darà la colpa al Covid e tutto finirà così. Ed ora un tema simile si ripropone con la prospettata idea di cartolarizzare una parte del portafoglio dei finanziamenti erogati con garanzie dello Stato durante la pandemia (che oggi avrebbero superato quota 200 miliardi) per sottrarlo alla normativa del calendar provisioning. Si ipotizza un maxi cartolarizzazione. L'invito è a voler considerare più seriamente il tema della gestione dei relativi debitori (prevalentemente Utp) allineando in modo coordinato e ben organizzato i molti e validi operatori di settore. «Bisogna trattare il tema degli npe così come è stato fatto con i vaccini dove logistica ed organizzazione hanno fatto la differenza. «Serve un piano d'emergenza per evitare problemi quando terminerà la moratoria sui prestiti», che al momento riguarda oltre 130 miliardi. «In Inghilterra hanno creato una piattaforma e coinvolto tutti gli operatori, in modo da mettere a sistema non centinaia di addetti ma migliaia. In Italia invece si studiano le solite soluzioni, una maxi cartolarizzazione da assegnare ai soliti soggetti».

fch

(END) Dow Jones Newswires

August 03, 2021 03:20 ET (07:20 GMT)