Lo rileva l'Abi nel suo rapporto mensile di gennaio spiegando che a sostenere la dinamica dal lato delle imprese è soprattutto domanda di credito per coprire fabbisogni di liquidità, legati alla ridotta capacità di autofinanziamento per la scarsa attività causata dalla pandemia.

Nell'ultimo bank lending survey sul quarto trimestre del 2020 diffuso oggi dalla Banca centrale europea si rileva al contrario una tendenza all'inasprimento delle condizioni di credito nell'eurozona.

Le banche, dice il survey trimestrale della Bce, sono preoccupate del rischio di inadempienze nei pagamenti. Francia e Spagna hanno notato la maggiore tendenza a condizioni creditizie più tirate.

In genere la domanda, in Italia e anche nel resto della zona euro, è soprattutto legata a esigenze di finanziamento delle scorte e del capitale circolante.

"In un tessuto delle imprese sano, il cash flow è fisiologicamente inferiore in questa fase e quindi servono finanziamenti per creare un buffer di liquidità", ha detto il vice direttore generale dell'Abi Gianfranco Torriero.

Oltre che per il capitale circolante, "una quota va anche in rifinanziamenti ed in investimenti, la domanda è molto articolata".

Il rapporto segnala dunque che a dicembre i prestiti a imprese e famiglie sono aumentati del 5,5% rispetto a un anno fa, con un incremento percentuale che cresce di mese in mese, anche se in termini assoluti il totale delle impieghi a queste categorie di prenditori è rimasto a dicembre sostanzialmente invariato su novembre attorno a 1.324 miliardi.

I tassi che le banche praticano su questi prestiti sono ancora su livelli ai minimi storici, ha notato Torriero.

A dicembre il tasso medio sul totale dei prestiti è sceso al 2,28% dal 2,30% del mese prima, con quello per nuovi mutui casa all'1,27% come a novembre e quello per nuovi finanziamenti alle imprese all'1,30% da 1,33% di novembre.

La raccolta è ancora in crescita, con un complessivo +7,8% che è dato da un incremento sostenuto dei depositi, in crescita del 10,3% annuo, e da un calo della raccolta obbligazionaria (-8,6%).

"E' importante che questa raccolta in crescita stia trovando poi uno sbocco con l'incremento degli impieghi all'economia reale", ha detto Torriero.