MILANO (MF-DJ)--"In questo scenario di crisi economica, in assenza di una ripresa economica immediata, gli stipendi di alcuni manager sono inopportuni e anacronistici. Ma ancora più inaccettabile è il comportamento delle istituzioni politiche che non una parola né tantomeno una iniziativa hanno preso, almeno fino a oggi, rispetto a questo tema che allontana ancora di più i cittadini dalle banche e che avvicina sempre di più una nuova ricchezza in mano a pochissime persone".

Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, durante il dibattito online su "Digitale e smart working in banca".

"L'argomento diventa poi socialmente rilevante nel momento in cui certi personaggi si rivolgono ai dipendenti degli istituti di credito e agli addetti ai lavori spacciandosi come dei moderni Mosè, promettendo di tutto e di più in un film già visto decine e decine di volte negli ultimi 20 anni, ma, a differenza di Mosè, le loro promesse sono eccessivamente pagate. E l'argomento diventa ancora più rilevante considerando che tutto il settore bancario, direttamente o indirettamente, ha ricevuto nel passato e nel presente importantissimi finanziamenti dallo Stato e agevolazioni o leggi create ad hoc per il settore. E, di fronte a queste situazioni, gli stipendi di certi manager non possono passare esclusivamente come un atto interno di un'azienda privata perché quando una banca riceve un finanziamento o un'agevolazione dallo Stato è obbligata, anche moralmente, a comportarsi di conseguenza. Il periodo che stiamo vivendo rappresenta uno dei momenti più tristi e più negativi della storia del settore bancario, scandali e crac bancari compresi, perché si dipinge la realtà per come non è e si dipinge il prossimo futuro per come sarà, ma facendo ricadere tutto sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori bancari e della stessa clientela, anche in termini economici", ha detto Sileoni.

cce

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April 21, 2021 09:54 ET (13:54 GMT)