ROMA (Reuters) - Le banche europee, e quelle italiane in particolare, non usciranno svantaggiate dal nuovo sistema di regole che emergerà dal negoziato Ue sul recepimento degli standard finali di Basilea 3.

Lo ha detto Paolo Angelini, vice dg di Bankitalia, al comitato esecutivo Abi, secondo il testo del suo intervento.

"Le nuove regole correggono lo squilibrio tra i requisiti sul rischio di credito e quelli sui rischi di mercato, e riducono il rischio modello", ha detto Angelini.

"Nel negoziato si dovrà evitare di riaprire il dibattito sul trattamento prudenziale dei singoli rischi, adoperandosi per individuare soluzioni condivisibili e compatibili con gli obiettivi della riforma", ha aggiunto, dicendo che è essenziale il dialogo con l'industria e con l'Abi.

La proposta di revisione delle regole del Crr e della Crd recentemente avanzata dalla Commissione, ricorda il vice dg di Bankitalia nelle conclusioni del suo intervento, ha formalmente avviato il processo di recepimento in Europa degli standard finali di Basilea 3. Sono in corso i negoziati tra gli Stati membri per definire un accordo di compromesso, che sarà poi oggetto di negoziato tra i co-legislatori.

Sul fronte della regolamentazione ambientale, Angelini sottolinea che il quadro normativo "è lungi dal poter essere considerato compiuto".

Per il vice dg di Bankitalia "una insufficiente attenzione degli intermediari alle tematiche Esg, e in particolare a quelle ambientali, può tradursi in maggiore rischi, in primis di credito".

Un intermediario potrebbe essere penalizzato dal mercato, in termini di un maggiore costo di raccolta e capitale, scrive Angelini, anche solo per la percezione di non avere un controllo adeguato dei rischi climatici e ambientali.

"È quindi necessario rivedere in modo opportuno la governance e l'operatività aziendale, e migliorare la disponibilità di dati".

(Stefano Bernabei, in redazione a Milano Sabina Suzzi)