ROMA (MF-DJ)--La riduzione del bilancio, "Quantitative Tightening", dovrebbe essere un processo in due fasi. Lo afferma Philip Lane, capoeconomista e membro del comitato esecutivo della Bce, in questa intervista a MF-Milano Finanza nella quale traccia lo scenario macroeconomico nell'Eurozona e interviene su tutti i principali ambiti della politica monetaria in vista del consiglio direttivo del 15 dicembre.

D. Quanto al Quantitative Tightening (Qt), come farà la Bce ad assicurare un processo senza volatilità sui mercati? A dicembre saranno definiti solo i principi o anche qualcosa in più, come una tabella di marcia o un avvio vero e proprio dell'operazione?

R. Ha senso un processo in due fasi. Il primo passo è quello di definire i principi. Il secondo è quello di definire una tempistica. Ma credo che ormai ci sia un consenso universale, non solo all'interno della Bce, sul fatto che il Qt debba essere essenzialmente un programma in background. Ci assicureremo che dia il suo contributo alla normalizzazione della politica monetaria, in modo da rafforzare lo strumento primario che è quello di definire i tassi. Il nostro focus sarà sulla definizione del tasso di riferimento, mentre il Qt opererà in secondo piano, in modo prevedibile e misurato.

D. Immagina un Qt passivo nel quale una percentuale dei bond scaduti nel programma App non viene reinvestita?

R. Il modo esatto in cui decideremo di ridurre l'App sarà deciso nelle prossime riunioni, ma è giusto aspettarsi che adotteremo un approccio costante. Ogni banca centrale è diversa in termini di struttura delle scadenze del proprio portafoglio, ma l'App consentirà un approccio costante.

D. Come farà la Bce ad assicurare che lo scudo anti-spread Tpi sia efficace? Se vedremo un aumento della frammentazione sui tassi dovuta all'inasprimento monetario, la banca centrale sarà pronta ad attivare lo strumento?

R. Vogliamo essere molto chiari: abbiamo un'ottima comprensione di ciò che è in gioco. Sappiamo che le banche centrali possono essere estremamente efficaci in ogni tipo di interventi di stabilizzazione del mercato. Perciò la Bce sarà molto efficace nel rispondere a qualsiasi tipo di frammentazione ingiustificata o di interruzione del meccanismo di trasmissione. Non ci deve essere alcun dubbio che possiamo utilizzare il Tpi in modo molto energico ed efficace.

D. Riguardo alle Tltro, è rimasto sorpreso per i bassi rimborsi delle banche a novembre e si aspetta numeri più alti a dicembre?

R. È importante non concentrarsi sul numero di novembre, ma su quanto le banche potrebbero restituire tra novembre, dicembre e gennaio. Ogni banca è in una situazione diversa e fa considerazioni differenti a fine anno sul ruolo dei finanziamenti Tltro in relazione alla raccolta complessiva. In termini generali pensiamo che ci sarà una riduzione significativa delle passività Tltro nelle prossime finestre, in linea con il cambiamento di politica che abbiamo introdotto.

D. Maggiori politiche espansive da parte dei governi potranno spingere la Bce ad alzare di più i tassi?

R. La risposta di base è sì. Se l'area dell'euro avrà deficit fiscali più ampi, ciò aumenterà la domanda complessiva nell'economia e quindi questo implicherà un aumento dei tassi per assicurare che l'inflazione torni al 2%. Perciò abbiamo sottolineato che nella risposta immediata alla crisi energetica i governi devono ancora fare molto, proteggere i più vulnerabili e offrire sostegno alle imprese che affrontano sfide particolari. È utile intervenire in modo temporaneo e mirato invece che alimentare eccessivamente la domanda aggregata su base permanente.

D. Come devono agire i governi?

R. Se gli interventi sono temporanei, non ci sarà un impatto rilevante sui deficit dell'anno prossimo e di quello successivo, che è ciò che conta nel medio termine. È importante anche agire in modo mirato. Si possono aiutare i gruppi più vulnerabili ma in modo meno costoso rispetto a programmi generalizzati. Quindi è possibile sostenere famiglie e imprese che hanno bisogno di sostegno con misure temporanee e mirate, mentre se i deficit rimanessero troppo alti a tempo indeterminato aumenterebbero le pressioni sulla domanda.

D. Qual è la sua opinione sulle proposte della Commissione Ue sul nuovo Patto di Stabilità?

R. Ci sarà un dibattito sulla materia e vedremo i dettagli delle decisioni, ma voglio essere molto chiaro su questo punto: la cosa più importante è che l'Europa concordi un quadro fiscale il prima possibile nel 2023, perché ne abbiamo davvero bisogno per aiutare i governi europei a prendere decisioni per il 2024 e gli anni successivi. È necessaria un'ancora fiscale per assicurare che i governi siano in grado di conciliare la risposta alla crisi energetica con l'impegno per debiti sostenibili nel medio termine.

D. Invece per la politica monetaria qual è il rischio maggiore? Fare troppo o troppo poco?

R. È importante riconoscere che lo scenario peggiore è che l'inflazione rimanga troppo alta per troppo tempo. La storia insegna che è molto costoso liberarsi da un'inflazione radicata. Dobbiamo evitarlo assicurandoci che l'inflazione torni al 2% in modo tempestivo. Ma, precisato questo imperativo, vogliamo anche assicurarci di essere efficienti e di farlo in modo da non portare a un overshooting e a un'eccessiva riduzione dell'attività economica. Quindi non credo che sia opportuno fare una scelta binaria tra troppo o troppo poco. C'è una gerarchia: dobbiamo riportare l'inflazione sotto controllo e verso l'obiettivo. Ma dobbiamo anche riconoscere che, una volta che ci siamo avvicinati al target, può emergere il rischio di overshooting.

D. Può precisare cosa intendete quando dite che volete riportare l'inflazione al 2% «in modo tempestivo»? In quale modo questa espressione ha un significato diverso rispetto a «nel medio termine»?

R. Questo è un punto molto importante. La Bce ha sempre detto di avere un approccio a medio termine ma senza definirlo in modo esatto. Il medio termine può essere più lungo se il tipo di deviazione dell'inflazione non è eccessiva, ma dovrebbe essere più breve se abbiamo un grande divario di inflazione da correggere, come quello attuale. Quindi usiamo l'espressione «in modo tempestivo» per non vincolarci a un anno o a un periodo in particolare, ma essenzialmente per segnalare che vogliamo riportare l'inflazione al 2% a una velocità appropriata, e che non ci voglia un tempo eccessivo. Quindi non è soddisfacente dire che l'inflazione sarà al 2% tra molti anni. Dobbiamo assicurarci che l'inflazione torni al 2% entro un orizzonte ragionevole, che sarà definito con precisione dal Consiglio direttivo.

D. Alcuni osservatori hanno criticato l'orientamento della Bce a focalizzarsi solo sull'inflazione, a volte anche quella di breve termine, trascurando gli effetti sull'economia e sulla stabilità finanziaria. Il mandato è sull'inflazione ma la difesa della credibilità sui prezzi può portare la banca centrale a decisioni prive di un'analisi più complessiva sull'economia?

R. Considereremo sempre tutte le dimensioni dell'impatto delle nostre misure. Ci assicuriamo sempre di essere proporzionati nelle decisioni. Il focus è principalmente sull'inflazione. Quello che conta è l'outlook di inflazione nel medio termine, che dipende anche dall'economia e non è legato solo all'inflazione attuale. Si può essere fiduciosi: ci assicureremo di raggiungere l'obiettivo di stabilità dei prezzi, ma senza causare eccessivi effetti collaterali per l'economia e la stabilità finanziaria.

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0608:39 dic 2022


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December 06, 2022 02:39 ET (07:39 GMT)