NEW YORK (awp/ats/ans) - Lo smobilizzo dei carry trade, ossia delle operazione speculative a leva, è stato fatto solo per metà. Ci sono quindi ancora spazi per smontare tali posizioni con conseguenti nuove possibili ondate di vendite sui mercati come quelli avvenute ieri.
"Non abbiamo affatto finito", ha dichiarato a Bloomberg Tv Arindam Sandilya, co-responsabile della strategia Fx globale di Jp Morgan Chase. "Il carry trade riassorbito, almeno all'interno della comunità degli investitori speculativi, è tra il 50% e il 60%", ha indicato il gestore.
Nell'ultima settimana - indica Bloomberg - il carry trade è stato martoriato dalla volatilità dello yen tra i timori di recessione negli Stati Uniti e dopo il rialzo dei tassi della Banca del Giappone. Le operazioni a leva in yen - che permettono di prendere in prestito a tassi bassi in Giappone per finanziare l'acquisto di titoli con rendimenti più elevati altrove - sono state per tanto tempo molto popolari tra gli investitori, quando la volatilità era bassa e i trader scommettevano che i tassi d'interesse giapponesi sarebbero rimasti ai minimi storici. Ma il rafforzamento dell'11% dello yen nei confronti del dollaro nell'ultimo mese ha trasformato molte di queste operazioni in un bagno di sangue di denaro con la conseguente corsa a chiudere le posizioni corte sullo yen, che ha scosso ieri le borse mondiali.