Gli indici Usa hanno aperto in calo in una seduta segnata dall'attesa per un voto chiave sull'innalzamento del tetto del debito sovrano e da una serie di trimestrali deludenti. I dati macro appena diffusi hanno peggiorato ulteriormente il sentiment (Pmi Chicago e Jolts)

Intorno alle 16,25 il Ftse Mib perde il 2%. Volumi sopra 1,6 miliardi di euro.

Tra i titoli in evidenza:

Tornano a scendere con forza le banche (-2,6% l'indice milanese), deboli anche in Europa. Ridimensiona il rialzo MPS (+1% dopo un progresso in mattinata a intorno a +4%),ancora sull'onda delle speculazioni sul percorso di consolidamento alimentate dalle parole dei giorni scorsi del ministro Giorgetti e, ieri, dell'AD Luigi Lovaglio. Anche se oggi il presidente di BANCO BPM (-0,3%) Massimo Tononi ha ribadito che la banca non è interessata a una aggregazione con l'istituto senese.

INTESA SANPAOLO perde più del 2%, UNICREDIT più del 3%. In luce nel risparmio gestito FINECOBANK (+1%).

Pesante il settore oil in linea con la discesa dei prezzi del greggio, indebolito dai timori di un calo della domanda dopo gli ultimi dati che segnalano un rallentamento dell'attività economica in Cina. ENI perde quasi il 3%.

Giù anche l'automotive, con STELLANTIS -2,9% nonostante il miglioramento di outlook da parte di Moody's. PIRELLI perde il 3,5%.

Soffrono anche LEONARDO, PRYSMIAN, con ribassi di oltre 3%.

TECHNOPROBE perde quasi il 5% a 7,3 euro dopo che la famiglia Crippa, azionista di controllo, ha ceduto il 4,2% del capitale tramite un accelerated book building a 7,2 euro per azione, aumentando il flottante della società. "Al prezzo dell'ABB il titolo tratta con un P/E adj 2023E-24E di 45/26 volte e leggermente sopra il nostro target price di 6,7 per azione", commenta Equita che copre il titolo con "hold".

(Claudia Cristoferi, editing Andrea Mandalà)