I guadagni rimangono comunque limitati dai timori di rallentamento dell'economia globale, minacciata da inflazione, prospettive di stretta monetaria, dalla guerra in Ucraina e dal rischio di raffreddamento della crescita cinese.

I futures sugli indici Usa sono leggermente negativi.

Intorno alle 12,40 il FTSE Mib guadagna lo 0,2%. Volumi poco sopra i 600 milioni di euro.

Tra i titoli in evidenza:

Si rafforzano le banche, compresa Unicredit che sale fino a +2% dopo una partenza in sordina. Secondo un trader il mercato inizia ad apprezzare l'ipotesi di fusione con Commerzbank dopo che il Financial Times ha scritto di contatti tra i due istituti, poi accantonati a causa dello scoppio della guerra in Ucraina.

Nonostante gli analisti siano scettici su ipotesi di M&A in questo scenario geopolitico, le indiscrezioni mettono in luce l'attivismo dell'AD Andrea Orcel e, dice il trader, favoriscono il recupero del gap di valutazione tra Unicredit e le altre banche italiane ed europee.

Bene anche Banco Bpm (+1%) e Bper (+0,8%), +0,4% Intesa Sanpaolo. Mediobanca cede il 2% sul venir meno dell'appeal speculativo sul titolo dopo che, secondo indiscrezioni, la Bce avrebbe posto vincoli rigidi a un ulteriore incremento della quota in mano al primo azionista Leonardo Del Vecchio.

In calo Leonardo e Telecom Italia.

Bene il settore energetico in tutta Europa, trainato dalla continua salita del prezzo del petrolio. Eni passa in positivo e sale di quasi 1%. Corrono Tenaris (+1.5%), Prysmian (+3,5%).

Positivo l'automotive con Iveco +2,7% e Cnh +1,5%.

Deboli Telecom, Amplifon.

(Claudia Cristoferi, editing Giancarlo Navach)