L'ok dal pacchetto di stimoli da 1.900 miliardi di dollari ha sostenuto le borse Usa venerdì scorso e incrementa l'ottimismo sulla ripresa delle economie globali piegate dalla pandemia.

Forte balzo del prezzo del petrolio con il Brent che si porta sopra il livello di 70 dollari al barile a seguito delle tensioni in Medioriente per l'attacco su alcuni impianti in Arabia Saudita.

Banche che proseguono la corsa: le big Unicredit e Intesa Sanpaolo si muovono in rialzo rispettivamente dell'1,7 e dello 0,7%. Raccolta anche Banco BPM (+1,7%), sempre forte Cattolica (+4,7%) sulle indiscrezioni di stampa secondo cui la compagnia potrebbe ricucire a breve lo strappo con la banca milanese che si era aperto nei mesi scorsi sul fronte della bancassurance. Mediobanca avanza dell'1,3%, tornata sotto i riflettori dopo l'ingresso di Francesco Gaetano Caltagirone nel capitale e in attesa delle prossime mosse da parte di Leonardo Del Vecchio.

Effetto greggio per le oil companies, in particolare Saipem che avanza del 2,8%, ma il titolo viene da sedute molto pesanti in scia ai risultati 2020. Bene anche l'altra oil service Tenaris (+1,8%), già premiata dal mercato per i risultati del quarto trimestre. Corre anche la major Eni in salita dell'1,2%. Secondo il broker Bestinver, "l'aumento delle tensioni in Medioriente sono notizie positive per i titoli legati al petrolio e sui quali ci aspettiamo una reazione positiva oggi, sebbene riteniamo che gli attuali prezzi del petrolio non siano sostenibili nel medio termine".

Ancora venduta Nexi , che perde oltre l'1%. A pesare sempre i timori legati al possibile ridimensionamento del programma cashback di stato voluto dal governo Conte che potrebbe non essere più rinnovato a partire dal prossimo anno, secondo indiscrezioni di stampa, anche se, secondo un broker, l'impatto per la società di paytech dovrebbe essere limitato.

Prosegue la fase ribassista di Diasorin che arretra del 2,5% in attesa dei risultati trimestrali giovedì prossimo.

Infine strappa Cerved con un balzo del 12% circa sulle indiscrezioni, poi confermate, che il gruppo è in trattative avanzate con il fondo Usa Centerbridge per la vendita della sua divisione di recupero crediti valutata a circa 400 milioni di euro. Bestinver scrive che "non ci sono operazioni nel passato da prendere come riferimento, ma immaginiamo un multiplo che è in linea con 8 volte l'ebitda 2021 di Cerved e riteniamo che il valore menzionato di 400 milioni sia l'equity value dell'operazione".

(Giancarlo Navach, in redazione a Roma Stefano Bernabei)