A Wall Street avvio negativo sulle attese anche di quello che dirà in un'audizione il presidente della Fed Jerome Powell stasera.

Sul fronte obbligazionario, il differenziale di rendimento tra Italia e Germania sul tratto a dieci anni si muove poco sotto i 106 punti base.

"Ci sono un po' di prese di profitto. Sono giornate senza grandi temi e i volumi restano bassi", osserva un trader.

Tra i titoli in evidenza:

In calo i bancari, tra cui fa eccezione Mediobanca che cresce dello 0,9%. Peggiorano Unicredit e Intesa Sanpaolo in calo dell'1,1%. Bper arretra del 2%.

Nel settore spicca Illimity, in netto calo (-4%) dopo una partenza forte, in seguito all'alleanza strategica raggiunta con il gruppo fintech ION e al nuovo piano al 2025 superiore alle attese. Secondo un trader, anche in questo caso si tratta di "prese di profitto post piano industriale". Nel daily Equita sottolinea che "il piano è ambizioso ma basato su driver tangibili".

Trascurata Generali, in flessione dello 0,5% dopo gli accordi annunciati stamani per accrescere la sua presenza in Malesia, dove sarà il secondo operatore Danni ed entrerà nel segmento Vita.

Nonostante la tenuta del greggio, continua la lettera sul settore oil con Eni in calo dello 0,3%, mentre torna a salire Tenaris (+0,7%), giù Saipem (-1,3%). Perde il 3,8% Saras, penalizzata dall'ulteriore calo del benchmark sul margine di raffinazione del petrolio, scivolato a -1,8 dollari al barile la scorsa settimana da -1,3 di quella precedente. Secondo Mediobanca Securities, "la ripresa del traffico aereo e di quello autostradale in Europa potrebbe sostenere il recupero dei margini".

Poco mossa Terna dopo che Deutsche Bank ha alzato a "buy" da "hold".

Spunti al rialzo su Ferragamo che si rafforza (+2,4%), bene anche Brunello Cucinelli in crescita dell'1,2%.

Sale dello 0,7% Webuild che si è aggiudicata in via definitiva un contratto da 1,075 miliardi per la progettazione esecutiva di una tratta ferroviaria ad alta velocità nel collegamento tra Napoli e Bari.

Mondadori (-0,3%) brucia tutta il rialzo con il titolo arrivato a guadagnare anche oltre il 5% durante la seduta. Secondo i trader influisce sull'andamento del titolo l'effetto uscita dall'indice Midcap ieri e la possibilità di essere comprata dai fondi Eltif che investono in aziende europee di piccola e media dimensione.

Pesante Unicredit, da ieri nell'indice Ftse Midcap, con un calo del 7,3%. Sempre ieri la società ha staccato una maxi cedola di 2,6 euro per azione.

(Giancarlo Navach, in redazione a Milano Sabina Suzzi)