Anche se nelle ultime settimane i mercati sembrano avere ridimensionato il rischio politico per l'Italia, spostando il focus verso i timori legati all'inflazione, alle politiche monetarie più restrittive e alla probabilità di recessione, l'attenzione degli investitori sull'esito elettorale rimane alto.

Lo scenario principale è quello di una vittoria della coalizione di centro-destra, con la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni che dovrebbe ricoprire la carica di primo ministro del paese.

"Durante la campagna elettorale, la linea politica del possibile futuro primo ministro italiano è stata per certi versi più accomodante, mentre il suo dissenso, solitamente molto esplicito, è stato mitigato", commenta in una nota Kevin Thozet, membro dell'investment committee di Carmignac.

"Ma la visibilità sull'agenda politica di Giorgia Meloni dipenderà molto da quali saranno i ministri eletti e dalla loro provenienza, dall'establishment politico italiano o da una base euroscettica", aggiunge.

Thozet sottolinea inoltre come lo storico posizionamento politico all'opposizione di FdI, "solleva dubbi sulla sua capacità di destreggiarsi tra le istituzioni italiane ed europee".

Tornando alla giornata sui mercati, non giova al clima gli ultimi deludenti dati europi Pmi di settembre che segnalano un aggravamento del rischio recessione.

Peggio del previsto ha fatto l'indice della zona euro ma soprattutto quello tedesco, inferiore alle attese a livello sia di manifattura sia di servizi esattamente come quello della zona euro.

Ad appesantire gli indici europei a fine mattinata sono anche le vendite scattate sui bancari. Secondo fonti, la Bce sta valutando come contenere i costi dovuti agli interessi da corrispondere alle banche che parcheggiano presso l'istituto centrale la liquidità in eccesso, mossa che sicuramente le banche non gradiranno.

Intorno alle 13,25 l'indice FTSE Mib scivola ai minimi di seduta con un calo del 3,3% a fronte dello Stoxx 600 europeo che perde il 2,8%.

Negativi i futures sugli indici Usa con il derivato sul Dow Jones che tocca i minimi da marzo 2021.

Tra i titoli in evidenza:

Peggiorano i bancari, pesanti in tutta Europa fin dall'avvio seduta trascinati dal crollo di oltre il 9% ai minimi storici di Credit Suisse vicina ai minimi storici dopo che, secondo fonti, l'istituto svizzero sta cercando di ottenere nuova liquidità dagli investitori per la quarta volta in circa sette anni, mentre tenta una radicale revisione della propria unità investment banking.

All'interno di un paniere bancario italiano in calo del 3,6%, Banco Bpm scivola del 4,5%, mentre Intesa Sanpaolo perde il 3,8% e Unicredit il 3,2%. L'AD di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, ha dichiarato oggi che l'istituto è su un percorso stand-alone dopo avere cercato dei partner per la creazione di un terzo polo bancario in Italia.

In netta controtendenza Mps avanza di oltre il 2%, spinto dall'atteso sostegno di alcuni anchor investor all'aumento di capitale grazie ai quali l'operazione potrebbe diventare più agevole.

Vendite sui petroliferi con Tenaris, in fondo al FTSE MIib con un ribasso del 5,4%, mentre Eni perde il 3,6%.

Ribassi estesi anche nel lusso e automotive.

Il peggioramento generale del mercato trascina anche Telecom Italia che passa in negativo a -2% dopo un andamento positivo in mattinata.

(Andrea Mandalà, editing Sabina Suzzi)