MILANO (Reuters) - Indici in forte calo a Piazza Affari, e più in generale anche negli altri mercati europei, in una giornata molto difficile per le borse che risentono degli avvertimenti sul fronte inflazione emersi anche dai banchieri centrali dalla riunione in Portogallo, mentre prevalgono i timori che le misure messe in campo per tentare di ridurla facciano tornare la recessione a livello globale.

"La seduta è veramente pesante e non si vedono inversioni di tendenza al momento", osserva un trader che spera in un recupero anche perché oggi è l'ultimo giorno del trimestre e i gestori dei fondi tirano le somme degli investimenti azionari da presentare ai clienti.

Per Piazza Affari l'anno è iniziato davvero sotto i peggiori auspici, a causa della guerra e della corsa dei prezzi dell'energia: l'indice Ftse Mib è in rosso di oltre il 22% nei primi sei mesi dell'anno, arretrando di ben il 13% solo nell'ultimo mese di giugno.

Intorno alle 12,25 l'indice FTSE Mib arretra del 2,35% sui minimi di seduta. Volumi poco sopra quota 800 milioni di euro.

Tra i titoli in evidenza:

Affondano le banche con l'indice di settore in flessione del 4,6%. Unicredit arretra del 5,5%, Intesa Sp il 4,9%. Non conosce soste il ribasso di MPS (-5,1%) su nuovi minimi storici. Su questo titolo, a pesare sono le attese per l'aumento di capitale da 2,5 miliardi, quasi cinque volte la capitalizzazione, con il mercato che teme lo stesso effetto iperdilutivo che sta avendo sugli azionisti di Saipem.

Prosegue l'aumento di capitale di Saipem con la volatilità che la fa da padrona. Nel quarto giorno dell'aumento di capitale iperdiluitivo da 2 miliardi di euro, le azioni e i diritti si muovono in netto ribasso: le ordinarie perdono il 20% a 2,60 euro, mentre i diritti sprofondano del 46,9% a 1,53 euro. Venerdì scorso Borsa Italiana aveva fissato il prezzo del diritto a 22,45 euro. "Crolla il diritto perché gli investitori tardivi che non intendono partecipare se ne vogliono liberare, ma non riescono e tendenzialmente arriverà ad azzerarsi", osserva un trader.

Debutto amaro per la matricola De Nora che paga il momento difficile dei mercati nonostante il collocamento sia avvenuto nella parte più bassa della forchetta a 13,5 euro. Le azioni del produttore di elettrodi cedono il 2,9% a 13,10 euro. "Pesa la situazione dei mercati in generale e il timing della quotazione", osserva un trader.

Raccolto il comparto difensivo delle utility regolate, come Snam in salita dell'1,6%, Italgas stabile, Terna (+0,66%)

Denaro anche su Avio (+1,5%) dopo l'annuncio di uno stanziamento di oltre 300 milioni all'interno del PNRR per ordini da spalmare su 4 anni (2023-26). "Che arrivassero ordini dal PNRR era noto. Sebbene gli effetti siano diluiti nel tempo, la dimensione è decisamente rilevante e aumenta la visibilità delle stime", scrive Equita nel daily.

(Giancarlo Navach, editing Stefano Bernabei)