A scuotere i mercati stamani è stato il crollo a Hong Kong del titolo del gruppo di sviluppo immobiliare China Evergrande, fortemente indebitata e a rischio dei default, con le autorità che hanno segnalato timori per il sistema finanziario cinese, se non verrà stabilizzata la situazione debitoria del gruppo.

Sul fronte delle banche centrali i riflettori sono concentrati sul policy meeting della Fed di domani e mercoledì. Le attese sono che la banca centrale Usa inizi a preparare il terreno per il tapering. E' un'agenda ricca di appuntamenti per questa settimana, con 16 banche centrali che terranno i propri meeting, incluse quelle di Regno Unito, Giappone, Svizzera e Norvegia.

"La preoccupazione principale oggi è sulla Cina, con la crisi di Evergrande e questo fa scendere tutto il mercato. Non ci sono temi specifici su singoli titoli o settori", commenta un trader.

"Certamente in Italia il settore bancario è il primo a risentirne quando si vuole vendere tutto l'indice di borsa, ma il tema dell'esposizione all'Asia colpisce anche i gruppi industriali globali", commenta un trader.

Intorno alle 12,45 l'indice FTSE Mib perde il 2,4% circa tornando ai livelli del 28 luglio scorso.

Tra i titoli in evidenza:

Tra le banche, in un settore che perde il 3,6% Banco Bpm cede il 4,2% dopo che l'AD Giuseppe Castagna ha detto che al momento non ci sono le condizioni per un'aggregazione e ha confermato che presenterà entro novembre il nuovo piano industriale, che sarà su base stand-alone.

"In ottica M&A, Castagna conferma l'apertura verso deal solo transformational, finalizzati alla formazione di un terzo polo bancario", sottolinea tuttavia Equita, citando Bper quale potenziale miglior partner.

Ribasso simile per Unicredit (-4,3%) in attesa di novità sul complesso deal allo studio con MPS (-0,9%) mentre emergono indiscrezioni che non danno per scontate le nozze tra i due istituti. Secondo gli analisti tuttavia, per Mps l'opzione Unicredit è l'unica percorribile.

Tra le altre banche candidate all'M&A, Bper perde il 3,9% e CARIGE affonda di oltre il 6% dopo che l'AD di Banco Bpm ha detto di non essere interessato all'istituto genovese.

Pesante anche il comparto auto. Stellantis perde il 4,8%, CNH il 3,7%, mentre Ferrari limita le perdite allo 0,6%. Secondo un documento visto da Reuters, l'authority per la sicurezza stradale Usa Nhtsa ha aperto un'indagine su 30 milioni di veicoli costruiti da una ventina di case automobilistiche, tra cui Ferrari e Chrysler (gruppo Stellantis), che usano airbag potenzialmente difettosi.

Provano a resistere alle ondate di vendite i titoli energetici e petroliferi: a parte Enel che scende dell'1,2%, tengono meglio A2A (-0,6%), Snam e Italgas (-0,2% entrambe), mentre Terna è in terreno positivo a +0,6%.

Sul settore utilites Equita cita il piano del governo di voler ridurre il caro bollette alleviando l'incertezza che ha gravato sul comparto nei giorni scorsi per il rischio di possibili interventi su idroelettrico e rinnovabile di vecchia data. Il broker cita in particolare benefici per Enel, A2A, Iren (-0,3%) ed Erg (-1,43%).

Rimanendo sul comparto Acea è in leggero rialzo dello 0,2% dopo l'accordo per acquistare il 65% di Deco, attiva nel settore rifiuti in Abruzzo a un prezzo provvisorio di 61,4 milioni di euro.

Eni cede l'1% circa nel giorno dello stacco dell'acconto sul dividendo.

Tra i titoli minori in buon rialzo, ma ben sotto i massimi dell'avvio, Tiscali (+1,5%) che ha annunciato venerdì sera un nuovo piano strategico al 2024.

(Andrea Mandalà, in redazione a Milano Gianluca Semeraro)