MILANO (Reuters) - Lunedì di forti vendite a Piazza Affari, e più in generale, sulle altre piazze europee, con gli investitori sempre più preoccupati dalle mosse delle banche centrali per fronteggiare l'inflazione. Il 21 settembre la Fed deciderà sui tassi Usa e il mercato già sconta un incremento di 75 punti base.

Oltre alla Fed è in programma giovedì la riunione della Bank of England, che nelle attese dovrebbe alzare i tassi di 50 punti base ma che, a tendere, potrebbe segnalare ulteriori misure restrittive.

Intorno alle 12,40 l'indice FTSE Mib è in calo dell'1,23% con volumi pari a poco meno di 500.000 pezzi. Lo stacco delle cedole di Eni e Stm oggi impatta per uno 0,163% sull'indice.

Oggi sarà comunque una seduta con scambi non molto elevati a seguito della concomitante chiusura delle piazze di Tokyo e Londra.

Tra i titoli in evidenza:

Telecom Italia tenta una timida ripresa con un +0,44% dopo che in avvio aveva toccato un nuovo minimo storico a 0,1763 euro. Venerdì il titolo ha lasciato sul terreno oltre l'8% penalizzato da uno studio di Barclays che ha ridotto la raccomandazione a 'underweight' con prezzo obiettivo a 0,15 euro. Secondo il broker sulle prospettive del gruppo tlc pesano lo scenario macro e le crescenti incertezze sul piano della rete unica.

Stornano i bancari colpiti da realizzi. La peggiore è MPS che arretra del 7,3%, mentre si avvicina l'aumento di capitale da 2,5 miliardi. "Considerato che sarà iperdiluitivo come è stato per Saipem, a vendere sono i piccoli azionisti. Non c'è nessuno che compra e la speculazione dilaga", osserva un trader.

Vendite anche su Banco Bpm(-1,75%). Ieri in un'intervista al Messaggero l'AD di Credit Agricole Italia, Giampiero Maioli, ha ribadito di non avere presentato istanza per superare la soglia del 10% del capitale di Banco Bpm e ha confermato di puntare a sviluppare una partnership sulla bancassurance con il gruppo. Giù anche le big UniCredit (-1,6%) e Intesa SP (-1,35%).

In calo anche i petroliferi a seguito della contrazione del prezzo del Brent sui timori che una recessione a livello globale possa portare a un calo della domanda della materia prima. Eni cede l'1,4% e Tenaris il 3,7% circa. Va decisamente peggio Saipem che perde il 5,4% toccando nuovi minimi sotto 0,6 euro.

Infine rimbalzano, dopo avere toccato i minimi storici venerdì scorso, le azioni di categoria B di Mediaset(+5,6%) e quelle di categoria A a +6,6%. A spingere le azioni la notizia dello stop al progetto di fusione fra gruppo M6 e TF1. Secondo il broker Bestinver, "la notizia dovrebbe essere accolta positivamente da MFE con i management che più volte ha confermato che sta continuando a monitorare il possibile sviluppo della transazione".

(Giancarlo Navach, editing Stefano Bernabei)