In base alle stime preliminare Eurostat la crescita dei prezzi a marzo è rallentata al 2,4% su base annua dal 2,6% di febbraio, a fronte di attese per una lettura invariata.

Segnali di debolezza arrivano inoltre dai futures sui principali indici di Wall Street in un mercato che, in cerca nuovi spunti in chiave taglio tassi, attende i dati Adp sugli occupati del settore privato statunitense a marzo, in vista del dato più significativo che il dipartimento del Lavoro Usa diffonderà venerdì.

In attesa di un quadro più chiaro sulla politica monetaria delle principali banche centrali e con uno sguardo all'andamento al rialzo dei rendimenti sull'obbligazionario, gli investitori si astengono da nuovi posizionamenti sull'azionario che già ha raggiunto alte valutazioni.

"In generale, dopo il lungo e potente rally degli ultimi mesi, il mercato presenta delle criticità (valutazioni elevate in alcuni segmenti, posizionamento degli investitori aggressivo) e pochi sarebbero sorpresi dal vedere una fase di debolezza più o meno prolungata", commentano gli strategist di Mps nella nota giornaliera.

Intorno alle 12,50 il Ftse Mib è rialzo dello 0,13%. Volumi pari a 1,1 miliardi di euro.

Titoli in evidenza:

In una seduta con scarsi spunti, brilla Finecobank, in testa al Ftse Mib con un balzo del 6% e volumi intensi (oltre il doppio della media giornaliera delle ultime trenta sedute) grazie alla promozione a "overweight" da "neutral" da parte di JP Morgan che ritiene il titolo sottovalutato.

In evidenza le banche con il settore italiano (+1,3%) che sovraperforma quello europeo (+0,9%) nonostante l'allargamento dello spread sopra la soglia dei 140 punti. Mediobanca, Intesa Sanpaolo, Pop Sondrio, Bper e Unicredit segnano rialzi dall'1% all'1,4%.

Più indietro Azimut, in rialzo dello 0,5%. Scarso l'impatto della notizia sulla cessione dell'intera quota detenuta in Kennedy Lewis Investment Management su un titolo sotto pressione e che non ha convinto il mercato sul piano, annunciato la scorsa settimana, di creazione di una nuova fintech attraverso lo spin-off di una parte della rete italiana di consulenti finanziari.

In netto calo l'automotive, con Stellantis, peggior titolo del Ftse Mib a -2,9% dopo i dati del ministero dei Trasporti sulle immatricolazioni di nuove auto in Italia a marzo scese dell'11,5% circa. Numeri deboli, ma dall'impatto relativo sul gruppo il cui mercato italiano conta meno del 10% delle vendite complessive, sottolinea Akros che invece ricorda che i dati da seguire con maggiore attenzione sono quelli sul mercato Usa. Male anche Iveco -2,3% e Ferrari -1,2%.

Fuori dal FTSE Mib in evidenza OVS, +3,5% in scia all'annuncio sulla sigla dell'accordo vincolante di investimento in Goldenpoint. L'operazione, cosiddetta 'bolt-on', è giudicata positivamente dagli analisti sotto il profilo della logica industriale a fronte di un costo contenuto.

(Andrea Mandalà, editing Stefano Bernabei)