Le attese del mercato sono tuttavia focalizzate verso la riunione della Fed il prossimo 21 settembre. E, sottolineano i trader, prima di quella data gli investitori difficilmente prenderanno posizione. I segnali che giungono dai dati macro fanno pensare che la Fed manterrà una politica aggressiva sull'aumento dei tassi per fronteggiare il balzo dell'inflazione.

Intorno alle 16,20 l'indice FTSE Mib guadagna lo 0,18%. Volumi di poco sopra quota 1 miliardo di euro.

Tra i titoli in evidenza:

Bancari sempre in gran spolvero, sostenuti dalle ricoperture dopo il rialzo dei tassi Bce deciso la settimana scorsa che aiuta i margini degli istituti di credito. Oltre all'effetto trascinamento dal balzo delle banche spagnole, un trader cita anche un report di Morgan Stanley che ha migliorato la view sul settore in "attractive".

Corre UNICREDIT in salita dell'1,3% dopo l'ok dei soci ieri alla seconda tranche del buyback pari al 5% della capitalizzazione di mercato. Ben raccolta anche INTESA SANPAOLO che guadagna lo 0,5%. BPER e BANCO BPM salgono rispettivamente dello 0,7% e dell'1,6%.

Volatile MPS che guadagna il 3,3% nel giorno dell'assemblea dei soci chiamata ad approvare l'aumento di capitale da 2,5 miliardi.

Male il risparmio gestito con l'eccezione di FINECOBANK che cresce dell'1,3%, mentre flettono BANCA GENERALI (-2,3%), BANCA MEDIOLANUM (-2,2%), AZIMUT (-0,45%) e ANIMA (-2,7%). In un report di Mediobanca Securities ha ridotto la raccomandazione su questi titoli e scrive di "grande reset" per le società di asset management a seguito della "più grande stretta monetaria nella storia".

Venduta TELECOM ITALIA che flette del 2% dopo che Hsbc ha tagliato la raccomandazione a 'hold' da 'buy' e il prezzo obiettivo a 0,2 euro da 0,4 precedente. Riparte INWIT in crescita del 5%.

Giù JUVENTUS che perde il 3,8% l'indomani della sconfitta a Torino contro il Benfica nella seconda partita di Champions League, che getta ombre sulla qualificazione al turno successivo.

Vendute le azioni MFE B (-1,7%) e MFE A (-2%).

Torna la lettera sui petroliferi a seguito del calo del prezzo del greggio. ENI arretra del 2%, SAIPEM dell'1,9%.

Infine, scivola anche CAMPARI che arretra del 2,8%.

(Giancarlo Navach, editing Sabina Suzzi)