Anche Wall Street è partita debole, con gli investitori sempre più preoccupati dalle mosse delle banche centrali per fronteggiare l'inflazione. Il 21 settembre la Fed deciderà sui tassi Usa e il mercato già sconta un incremento di 75 punti base.

Oltre alla Fed è in programma giovedì la riunione della Bank of England, che nelle attese dovrebbe alzare i tassi di 50 punti base ma che, a tendere, potrebbe segnalare ulteriori misure restrittive.

Tuttavia, a seguito della chiusura di Londra per i funerali della regina Elisabetta e stamani di Tokyo, i volumi sono molto bassi pari a 861 milioni di euro e amplificano i movimenti del mercato.

Intorno alle 16,30 l'indice FTSE Mib è invariato dopo che era arrivato a perdere fino a oltre l'1,5% nel durante. Inoltre, lo stacco delle cedole di Eni e Stm oggi impatta per uno 0,163% sull'indice.

Tra i titoli in evidenza:

Rimbalza Telecom Italia a +2% anche se in avvio il titolo aveva toccato un nuovo minimo storico a 0,1763 euro. Venerdì le azioni hanno lasciato sul terreno oltre l'8% penalizzato da uno studio di Barclays che ha ridotto la raccomandazione a 'underweight' con prezzo obiettivo a 0,15 euro. Secondo il broker sulle prospettive del gruppo tlc pesano lo scenario macro e le crescenti incertezze sul piano della rete unica.

Stornano, ma recuperano dai minimi i bancari colpiti da realizzi. La peggiore è Mps che arretra del 6%, mentre si avvicina l'aumento di capitale da 2,5 miliardi. "Considerato che sarà iperdiluitivo come è stato per Saipem, a vendere sono i piccoli azionisti. Non c'è nessuno che compra e la speculazione dilaga", osserva un trader.

Vendite anche su Banco Bpm (-0,35%). Ieri in un'intervista al Messaggero l'AD di Credit Agricole Italia, Giampiero Maioli, ha ribadito di non avere presentato istanza per superare la soglia del 10% del capitale di Banco Bpm e ha confermato di puntare a sviluppare una partnership sulla bancassurance con il gruppo. Deboli anche le big Unicredit (-0,4%) e Intesa Sp (-0,10%).

Recuperano in parte anche i petroliferi a seguito della contrazione del prezzo del Brent sui timori che una recessione a livello globale possa portare a un calo della domanda della materia prima. Eni si porta in positivo con un +0,35%, piatta Tenaris. Va decisamente peggio Saipem che perde il 4,4% toccando nuovi minimi sotto 0,6 euro.

In recupera Cnh (+2,7%) sull'avvio della prima tranche del programma di buyback da 300 milioni di dollari. "Una notizia da neutrale a positiva e non scontata", sottolinea un report di banca Akros.

Infine rimbalzano, dopo avere toccato i minimi storici venerdì scorso, le azioni di categoria B di Mediaset (+6,6%) e quelle di categoria A a +5,4%. A spingere le azioni la notizia dello stop al progetto di fusione fra gruppo M6 e TF1. Secondo il broker Bestinver, "la notizia dovrebbe essere accolta positivamente da MFE con i management che più volte ha confermato che sta continuando a monitorare il possibile sviluppo della transazione".

(Giancarlo Navach, editing Stefano Bernabei)