ZURIGO (awp/ats) - La borsa svizzera ha chiuso in progressione: l'indice dei valori guida SMI ha terminato a 10'792,58 punti, con un incremento dell'1,40% rispetto a ieri, mentre il listino globale SPI ha guadagnato l'1,17% a 14'116,71 punti.

Alla vigilia delle decisioni di politica monetaria della Federal Reserve statunitense e dopo l'azione coordinata delle principali banche centrali mondiali per attenuare le preoccupazioni su un settore bancario che negli ultimi tempi è stato teatro di non poche turbolenze, oggi tra gli operatori finanziari è tornato l'ottimismo. Non da ultimo anche perché si sta affievolendo lo scompiglio generato dal matrimonio forzato e frettoloso tra UBS e Credit Suisse (CS) annunciato domenica sera.

Il titolo di UBS (+12,12% a 19,425 franchi) oggi è volato. Tra gli investitori si è fatta largo l'idea che il numero uno bancario elvetico abbia fatto un ottimo affare rilevando CS, acquistato al "prezzo di saldo" di 3 miliardi di franchi con importanti garanzie e aiuti da parte della Banca nazionale e della Confederazione, finalizzati a ridurre i rischi dell'operazione.

Dopo una giornata passata in alternanza tra territorio negativo e positivo, l'azione di CS ha chiuso nettamente in rialzo: +7,31% a 0,8834 franchi. Il titolo valeva dunque più dei 76 centesimi offerti da UBS nell'ambito della fusione.

Oggi tra le blue chip hanno perso terreno solo Givaudan (-2,86% a 2887,00 franchi) e il peso massimo Nestlé (-0,95% a 107,94 franchi). Gli altri due difensivi, Roche (+0,48% a 262,70 franchi) e Novartis (+0,20% a 76,89 franchi), pur essendo in territorio positivo hanno fatto segnare una progressione inferiore a quella dell'indice di riferimento.

Dopo un anno record nel 2021, Partners Group (+6,94% a 819,80 franchi), che presentava oggi i suoi risultati annuali, ha registrato un'erosione dei profitti nel 2022. Ciò nonostante, il gestore patrimoniale è fiducioso per il futuro e proporrà un aumento dei dividendi ai suoi azionisti, senza dover attingere alle sue riserve.

Il titolo Richemont (+2,89% a 140,55 franchi) è stato molto richiesto dopo che oggi la Federazione dell'industria orologiera ha reso noto un ulteriore aumento, per febbraio, delle esportazioni di orologi. Le vendite all'estero sono aumentate del 12,2% a 2,2 miliardi di franchi, sostenute sia dai prodotti di fascia bassa che da quelli di fascia molto alta.